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04.08.2021  |  Approfondimenti

Come fare le DAT: cosa scrivere, dove depositarle

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In Italia ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere e in buona salute ha il diritto di decidere a quali trattamenti sanitari sottoporsi in previsione di una futura ed eventuale incapacità di autodeterminarsi. Questa scelta libera e volontaria è sancita dalla legge 219/2017 concernente “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, che regola le modalità per redigere il biotestamento. Nonostante siano passati oltre tre anni dalla sua entrata in vigore, ancora molti non conoscono questa possibilità oppure hanno il timore di approfondire la conoscenza dei propri diritti legati al fine vita. Ecco perché è fondamentale divulgare informazioni sul testamento biologico e nello specifico spiegare bene cosa sono e come scrivere le dat.

Cosa sono le DAT

L’acronimo DAT sta per Disposizioni Anticipate di Trattamento ed esprimono la volontà di sottoporsi o rifiutare determinati trattamenti sanitari. Sono contenute all’interno di un documento, definito comunemente “testamento biologico” che viene redatto quando si è ancora in buona salute, allo scopo di indicare le proprie volontà future, da mettere in atto nel caso in cui ci si dovesse trovare nell’impossibilità di esprimere un consenso o un rifiuto alle cure proposte in quel momento. Si tratta di una scelta libera e volontaria, regolamentata dall’articolo 4 della legge 219/2017, di cui beneficiano tutti i soggetti coinvolti: il paziente stesso, che può esprimere il proprio diritto ad autodeterminarsi, i familiari, che sono sollevati dal peso di decisioni difficili, e il sistema sanitario, che può ottimizzare le risorse da mettere a disposizione.

Come scrivere il testamento biologico: il modulo VIDAS

Il contenuto delle DAT è libero e ciascuno può scegliere le parole più efficaci per esprimere le proprie volontà in merito a quali trattamenti sanitari ricevere o rifiutare. Si possono dare indicazioni su quali cure ricevere o rifiutare nel fine vita, ad esempio per evitare l’accanimento terapeutico, oppure specificare le modalità di sepoltura o anche dare il consenso all’espianto degli organi. Qualora si fosse impossibilitati a scrivere, è possibile esprimere le DAT anche con mezzi alternativi, come la videoregistrazione o qualunque altro dispositivo permetta di comunicare in modo chiaro e inequivocabile.

Esistono tuttavia anche delle regole alla compilazione delle DAT. Infatti, per essere valido il testamento biologico deve contenere:

  • un contenuto chiaro e leggibile, che non permetta equivoci nell’interpretazione;
  • tutti i dati anagrafici del disponente (nome, cognome, luogo e data di nascita);
  • data della sottoscrizione;
  • la firma di uno o due testimoni;
  • la nomina di uno o due fiduciari (non obbligatoria ma raccomandata).

Per la stesura delle DAT si può chiedere aiuto al proprio medico, così da ricevere anche tutte le informazioni necessarie per prendere le decisioni con consapevolezza, e si possono anche utilizzare dei moduli preimpostati, come quello messo a disposizione da VIDAS.

La Banca dati nazionale delle DAT

La redazione delle DAT può avvenire:

  • in presenza di un notaio con un atto pubblico o una scrittura privata autenticata;
  • presso l’Ufficio di stato civile del Comune di Residenza con una scrittura privata;
  • presso le strutture sanitarie competenti attraverso la compilazione di un modulo;
  • presso gli Uffici consolari italiani, per i cittadini residenti all’estero.

Qualunque sia la modalità scelta, tutte le DAT vengono poi trasmesse e inserite nella Banca dati nazionale delle DAT, attivata a partire dal 01 febbraio 2020. Il disponente, il fiduciario e il medico che ha in cura il disponente quando non è più in grado di autodeterminarsi, possono consultare la banca dati attraverso SPID o CNS. Le DAT inoltre sono rinnovabili, modificabili e cancellabili dalla banca dati in qualunque momento e sono esenti da qualsiasi tributo o imposta.

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