Non è sempre così scontato trovare le parole giuste per ricordare una persona, soprattutto una persona speciale com’era la nostra Giovanna Cavazzoni. Credo che, per chi era presente al primo incontro dei Seminari sulla “Riconoscenza”, l’emozione sia stata forte quando Veronica Notarbartolo, da tanti anni membro del nostro Comitato Scientifico e amica Vidas, con parole lievi e delicate ma di grande profondità e sincera ammirazione ha ricordato Giovanna. Pensieri e immagini che chiunque abbia avuto l’onore di conoscerla ha accolto come regalo prezioso. Quindi grazie Veronica e a voi buona lettura (e appuntamento al 9 novembre con la seconda serata).
Vorrei aprire questi Seminari con un breve ricordo di Giovanna Cavazzoni. Con un nodo in gola, perché sono i primi Seminari in cui Giovanna, dopo 30 anni, non è seduta in prima fila, attentissima.
A me pare davvero un fatto particolare che proprio quest’anno, proprio per questi Seminari il tema che proponiamo sia quello della riconoscenza.
Certo la riconoscenza è quella ovvia che noi tutti, amici di Vidas, proviamo nei confronti della signora Cavazzoni, e con noi provano credo molte famiglie che con Vidas hanno percorso faticosi tratti di strada.
Ma non è solo questo.Dovete sapere che questo tema lo ha scelto proprio Giovanna Cavazzoni, quasi imponendolo al Comitato Scientifico.
Come aveva in passato scelto personalmente il tema della speranza e quello della felicità. Mi sembrano indizi importanti della disposizione d’animo di Giovanna verso la Vita.
Perché Giovanna credeva fortissimo nella vita, e verso la Vita nutriva un grande sentimento di riconoscenza. Ho capito, lungo gli anni, che alla radice di questa realtà – il Vidas – iniziata piccola, ma pensata grande e cresciuta così tanto nel tempo, ci sia proprio il sentimento di riconoscenza di Giovanna verso la vita.Da qui Giovanna ha tratto, penso, la straordinaria energia che la ha accompagnata lungo il percorso impegnativo di Vidas (che talvolta sfiancava i suoi collaboratori), l’energia che le ha suggerito di osare i suoi sogni, che le ha consentito di ottenere ascolto e collaborazione da tanti amici, e anche dalle istituzioni, e di lavorare fino a poche settimane dalla sua morte. Questa energia credo che le venisse proprio da lì, dalla sua capacità di provare riconoscenza.
Ma la riconoscenza significa anche sapere che non potremmo mai essere ciò che siamo senza l’altro, prevede che ci sia un altro per accoglierla; dunque è un ingrediente costitutivo della società, ingrediente che concorre alla relazione con l’altro.
E così Giovanna ha saputo intrecciare relazioni forti, anche quelle che oggi – e spero sempre – consentono e consentiranno a Vidas di continuare a servire la dignità della vita.
Personalmente penso che Giovanna Cavazzoni ci abbia lasciato di sé un grande pieno.
Di vitalità, di speranza, di profondità, di empatia… E anche un grande progetto: la CASA SOLLIEVO BIMBI di cui già sapete e potete leggere nella nostra newsletter di ottobre.Possa la nostra riconoscenza nei confronti di Giovanna e del suo operato alimentare l’entusiasmo e la generosità che sono necessari perché, intrecciando sogno e ottimismo operoso, si possa continuare a costruire questo pezzetto di giustizia che è Vidas.
Così come ci ha insegnato lei.