Le dimissioni protette sono uno strumento indispensabile per garantire la continuità delle cure ai pazienti “fragili”, affetti da malattie croniche e degenerative, e rientrano in un piano più generale che favorisce il modello della presa in carico del paziente nell’ambito di un’assistenza integrata e continuativa.
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Le dimissioni ospedaliere protette rappresentano il passaggio programmato e concordato di un paziente dal ricovero in ospedale ad un altro setting assistenziale. Si applica in accordo con il paziente e prevede un coordinamento tra il medico curante e i servizi sanitari del territorio di appartenenza.
Il momento delle dimissioni dall’ospedale viene spesso vissuto dai pazienti come un passaggio critico, a seguito del quale si devono affrontare molti disagi: si passa infatti da un’assistenza h24 ad un livello assistenziale ridotto, che spesso grava sulle famiglie. L’istituzione delle dimissioni protette nasce proprio al fine di assicurare al paziente un percorso di cure anche al di fuori dell’ospedale, attraverso un lavoro integrato tra azienda ospedaliera, servizi della Asl e distretti sociosanitari, allo scopo di garantire una continuità nel processo di cura e assistenza.
I pazienti “fragili”, ossia coloro che sono affetti da patologie croniche e degenerative, hanno bisogno di essere assistiti anche dopo il termine della degenza ospedaliera: dall’assistenza medica ed infermieristica alla riabilitazione, sono tante le esigenze di un malato inguaribile che devono essere organizzate in un progetto di cure integrate e continuative.
La dimissione protetta dall’ospedale può avvenire in vari modi. A seconda dei servizi attivi sul territorio e delle condizioni cliniche del paziente, è possibile ricorrervi per:
La definizione del setting assistenziale più adeguato emerge a seguito di una valutazione clinico-assistenziale del malato da parte del Medico di Medicina Generale (MMG) in accordo con i Responsabili dell’unità operativa dell’ospedale. L’approccio multidisciplinare e multidimensionale è fondamentale per garantire il corretto livello di continuità assistenziale nei vari setting di intervento, che si intende non solo come continuità di cure, ma anche come continuità di metodologie e di gestione da parte di figure professionali differenti.
Possiamo individuare quattro distinte fasi che identificano il processo delle dimissioni protette e che sono funzionali alla scelta del setting di intervento più adeguato.
L’attività di VIDAS rientra nell’ambito dei servizi sanitari territoriali che possono essere attivati a seguito di una richiesta di dimissione protetta di un malato inguaribile.
VIDAS svolge la sua funzione di assistenza in cure palliative in due modalità:
Per noi di VIDAS la casa è il luogo privilegiato di cure, perché permette al paziente di vivere tra i propri ricordi e l’affetto dei familiari, senza però rinunciare all’assistenza continuativa e integrata delle sue équipe. Quando le cure domiciliari non sono possibili, VIDAS garantisce un servizio di degenza in hospice, dove al paziente sono garantite tutte le cure di cui ha bisogno, pur nel rispetto delle sue abitudini e dei suoi ritmi di vita.
VIDAS garantisce le dimissioni protette attraverso la sovrapposizione tra le cure erogate in ospedale, finalizzate alla guarigione del paziente, e le cure palliative, che invece hanno lo scopo di migliorare la qualità di vita dei malati inguaribili, riducendo il livello di sofferenza e di dolore. Il passaggio dalle une alle altre avviene così in maniera meno traumatica, sia per il malato sia per la sua famiglia, permettendo anche di preparare il domicilio all’arrivo del paziente prima che venga dimesso dall’ospedale.
Per maggiori informazioni sui servizi di assistenza VIDAS, è possibile telefonare al numero 023008081 oppure consultare la sezione Contatti >>