Quanto può “valere” un colore? Ovviamente non stiamo parlando di un valore tangibile, concreto, ma di qualcosa d’altro: un valore personale, emotivo, umano. In particolare quando il colore si accompagna a un aroma unico, distintivo, avvolgente, abbiamo la risposta a questa domanda, una risposta semplice e al tempo stesso profonda: si tratta di un valore inestimabile perché ognuno di noi “sente” i colori e i profumi in maniera unica.
In natura, i “portatori di colore” per eccellenza sono i fiori, che con le loro mille e più sfumature e con la loro sterminata varietà di fragranze possono, letteralmente, migliorare la vita delle persone e in particolare di coloro che stanno attraversando la fase finale di una malattia terminale: per loro, la floriterapia ha esattamente quel valore inestimabile di cui abbiamo parlato all’inizio, perché può far aumentare – e di molto – il livello di benessere.
Indice
Curare con i colori: che bellissima espressione. L’idea che un colore possa, in un qualche modo, migliorare la salute di una persona è rassicurante. La cromoterapia si basa proprio sullo studio degli effetti che i singoli colori possono avere sulla psiche umana, portando serenità, alleviando sofferenze, creando un ambiente positivo.
Nella cromoterapia:
I fiori coprono tutte queste frequenze cromatiche: rose e anemoni, non ti scordar di me e fiordalisi, margherite e tulipani, glicini e orchidee sono il modo della natura per avere un effetto benefico sulla mente delle persone, in particolare di chi ne ha più bisogno come chi sta vivendo la delicata fase di fine vita.
Per Raymond Carver (scrittore, poeta e saggista nato nel 1938 a Clatskanie, negli Stati Uniti), una rosa è essenzialmente profumo di promessa, di tesoro (passaggio preso dalla poesia “Abbi cura”): promessa di una sensazione, tesoro di un’esperienza che rimarrà impressa nella memoria. Sensazione e memoria sono due concetti legati alla mente umana, alla percezione della realtà, all’attesa per il futuro.
Niente come un profumo è in grado di imprimersi nella psiche umana. Il giusto profumo può rasserenare e calmare, indurre alla contemplazione e alla riflessione, rievocare un ricordo lieto, rendere immenso anche un ambiente piccolo come può essere una stanza. Del resto, gli effetti dell’aromaterapia sono conosciuti da secoli se non da millenni e da tanto tempo l’uomo beneficia dei suoi effetti positivi.
I fiori svolgono questo compito in maniera splendida perché molti di essi hanno dei profumi incantevoli in grado di sussurrare le giuste parole alla mente: la rosa, il caprifoglio, il calicanto, la lavanda, il glicine e il gelsomino, ad esempio, agiscono in maniera silenziosa ed efficace regalando momenti di naturale serenità.
Ammirare qualcosa che cresce dà una sensazione impareggiabile, resa ancora più unica quando quel qualcosa cresce grazie alle nostre cure, al nostro tempo, alle nostre attenzioni. Curare e far crescere fiori, da soli o in gruppo, crea senso di appartenenza, incrementa la fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità, fa sentire parte di un qualcosa di più grande e più importante.
La garden therapy è da tempo considerata utilissima per il recupero fisico e psichico di persone malate, anche in fase terminale ed è particolarmente indicata contrastare depressione, stress e affaticamento mentale, tutti sintomi che si riscontrano, in pratica, sempre nei malati terminali. Questi effetti risultano potenziati, amplificati dal coltivare fiori, in quanto al piacere di far cresce qualcosa con le proprie mani unisce tutto l’effetto benefico dei colori e dei profumi.
Fiori, colori e giardinaggio possono quindi davvero dare serenità e dignità al fine vita? Noi possiamo soltanto rispondere in maniera affermativa, dal momento che abbiamo avuto la grande fortuna di conoscere Rosa Serrano. Era una nostra collega che nutriva una grandissima passione per il giardinaggio, seconda soltanto alla sua innata attitudine ad aiutare chi si trovava in difficoltà.
Rosa ha vissuto l’ultimo mese della sua malattia proprio in Casa VIDAS, circondata dall’affetto dei suoi familiari, dei suoi amici e dei suoi colleghi. Un mese durante il quale si è dedicata anima e corpo alla cura delle piante dell’hospice, un’attività che l’ha aiutata a trascorrere il suo fine vita con grande dignità e grande serenità. Il più bel ricordo che ci ha lasciato è proprio rappresentato dalle piante che ha curato con tanto amore.
Oggi, il “giardino di Rosa” è una realtà: abbiamo dedicato uno spazio della balconata al primo piano dell’hospice proprio alle sue piante. Qui, tra colori e profumi, i pazienti e le loro famiglie trovano un nuovo spazio di condivisione, un posto dove poter provare quel senso di serenità che ha accompagnato la nostra Rosa durante i suoi ultimi giorni.
Dignità e serenità sono le due parole che, per noi di VIDAS, devono caratterizzare il periodo di fine vita per una persona affetta da malattia terminale. La nostra missione è dare proprio dignità e serenità alle persone con malattie inguaribili fino all’ultimo istante, garantendo un servizio gratuito di cure palliative per i pazienti e di supporto psicologico per i familiari, sia in hospice sia a casa. Siamo anche consapevoli dell’importanza che, in questa fase delicata, riveste l’aspetto psicologico. Ecco perché, con i nostri operatori e i nostri volontari, favoriamo tutte quelle attività non strettamente mediche che possono portare benessere ai nostri pazienti. Attività proprio come la floriterapia.