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02.02.2021  |  Approfondimenti

5 convinzioni errate sulle cure palliative

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Nonostante le tante campagne di sensibilizzazione realizzate in questi anni, le cure palliative sono ancora poco conosciute e vengono erroneamente percepite come un intervento inutile, se non addirittura peggiorativo delle condizioni di salute del malato. Per questo è importante che associazioni come VIDAS portino avanti attività di comunicazione su questo argomento, per dare una corretta informazione sulle cure palliative  e permettere una scelta consapevole ed efficace per il miglioramento della qualità della vita di chi soffre. Di seguito abbiamo voluto elencare almeno cinque convinzioni errate sulle cure palliative, per poterle confutare e trasmettere le giuste informazioni.

#1 – Le cure palliative sono a pagamento

La legge 38/2010 sancisce che le cure palliative sono un diritto del malato e sono gratuite, e attribuisce alla Rete Locale di Cure Palliative il compito di garantire l’assistenza e la continuità delle cure al malato e alla sua famiglia. Sono gratuite sia le cure palliative domiciliari sia le cure erogate in regime residenziale all’interno degli hospice, un servizio che rientra tra Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ed è garantito dal SSN (Servizio Sanitario Nazionale) allo scopo rispondere ai bisogni di salute delle persone fragili.

Noi di VIDAS garantiamo assistenza completa e gratuita ai malati inguaribili attraverso tre percorsi di cura differenziati, a seconda dell’età del malato e delle sue esigenze cliniche e sociali: assistenza domiciliare, assistenza negli hospice Casa VIDAS e Casa Sollievo Bimbi e in day hospice e long day.

#2 – Cure palliative e terapia del dolore sono la stessa cosa

Le cure palliative includono una vasta eterogeneità di trattamenti globali e interdisciplinari, volti a migliorare la qualità della vita del paziente e della sua famiglia e ridurre il loro livello di sofferenza e dolore, sia fisico sia psichico. Questo approccio infatti prevede una presa in carico globale del malato e di tutto il suo nucleo familiare e per questo include una serie di terapie anche non farmacologiche, ma ugualmente indispensabili per favorire il miglioramento delle condizioni generali, tra cui logopedia, fisioterapia, assistenza sociale e supporto psicologico.

La terapia del dolore fa parte del vasto mondo delle cure palliative, ma ne rappresenta solo un aspetto, quello relativo alla sospensione e al controllo del dolore fisico e degli altri sintomi, essenziali per garantire la migliore qualità di vita nel tempo che resta.  La terapia del dolore include quindi tutti gli interventi diagnostici e terapeutici necessari al trattamento del dolore, tra cui la somministrazione di oppiodi, farmaci cannabinoidi e altri medicinali analgesici.

#3 – Le cure palliative riguardano solo il fine vita

Erroneamente si tende a pensare che le cure palliative siano “l’ultima spiaggia”, da erogare solo nella fase finale della vita di un paziente. In realtà l’Organizzazione Mondiale della Sanità le ha definite come un approccio precocemente attuabile nel corso della malattia, anche in combinazione con altre terapie. Lo specialista che ha in cura un malato ha il compito di spiegare l’importanza di iniziare le cure palliative il prima possibile, in modo da gestire al meglio i sintomi e favorire precocemente un miglioramento della qualità di vita del sul paziente.

#4- Le cure palliative coinvolgono solo il malato

Come già spiegato, le cure palliative riguardano un raggio di azione più ampio rispetto alla terapia del dolore e coinvolgono l’intera sfera sanitaria, sociale e affettiva del malato e del suo nucleo familiare. Chi, come VIDAS, è al fianco dei malati inguaribili, si occupa non solo del miglioramento della loro qualità di vita, ma anche del supporto pratico e psicologico dei sui cari, attraverso il sostegno al lutto, l’attivazione dei volontari che aiutano la famiglia anche nel disbrigo delle questioni pratiche, i servizi di orientamento e la possibilità di supporto psicologico e assistenza sociale in tutte le fasi della malattia.

#5 – Le cure palliative accelerano la morte

Le cure palliative non hanno alcun impatto sulla durata della vita di un paziente, quanto piuttosto sulla sua qualità. Il loro scopo principale è infatti quello di garantire la migliore qualità di vita possibile nel tempo che resta. Nessuno dei farmaci somministrati influisce sul tempo naturale di sopravvivenza dei malati ed è molto importante sottolineare la profonda differenza tra sedazione palliativa, suicidio assistito ed eutanasia: la sedazione palliativa consiste nella somministrazione di farmaci allo scopo di alleviare o eliminare il dolore in presenza di sintomi refrattari, il suicidio assistito prevede l’auto-somministrazione di un farmaco letale, mentre l’eutanasia è la somministrazione di un farmaco letale allo scopo di procurare intenzionalmente la morte di un paziente.

In conclusione

Siamo consapevoli che sulle cure palliative c’è ancora scarsa conoscenza e molta confusione. Ecco perché dal 1982 noi di VIDAS affianchiamo all’attività di assistenza sociosanitaria anche quella di sensibilizzazione delle comunità sul tema e di promozione della legge 38, che dal 2010 sancisce le “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”, una vera e propria conquista di civiltà per il nostro Paese.

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