Quello del testamento biologico è un tema delicato e centrale, importante da conoscere e capire perché riguarda da vicino una parte dei nostri diritti come cittadini. Noi di VIDAS siamo da tempo al fianco di chi desidera affrontare l’argomento con consapevolezza e chiarezza. Lo siamo concretamente attraverso uno sportello di consulenza gratuito che abbiamo potuto creare grazie alla generosità di chi ci supporta. E oggi vorremmo chiarire meglio per chi inizia ad avvicinarsi a questa tematica il significato di alcuni termini come testamento biologico e DAT.
Indice
Il termine “testamento biologico” (o biotestamento) e l’acronimo “DAT“, che sta per “Disposizioni Anticipate di Trattamento”, sono correlati e sovrapponibili. Infatti, nella legislazione italiana, per distinguere il testamento biologico dall’atto testamentario tradizionale si è preferito utilizzare l’espressione “disposizioni anticipate di trattamento” per un più chiaro riferimento all’ambito medico.
Questo importante documento viene redatto quando si è ancora in salute, mentre nella fase di malattia la legge di riferimento, di cui parleremo più avanti, contiene l’apposito articolo 5 che parla della pianificazione condivisa delle cure.
Il biotestamento permette di esprimere le proprie volontà in merito ai trattamenti che un o una paziente intende ricevere o rifiutare, nell’eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio consenso o dissenso alle cure proposte per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili e invalidanti.
Per comprendere appieno come redigere queste disposizioni e dove depositarle in modo sicuro e legale, ti invitiamo a consultare l’articolo dedicato: Disposizioni anticipate di trattamento: come farle, dove depositarle.
Il testamento biologico può essere redatto in diverse modalità:
Qualora non sia possibile esprimere le disposizioni in forma scritta, è possibile anche effettuare una videoregistrazione o sfruttare qualunque dispositivo che consenta di comunicare. Allo stesso modo le DAT possono essere modificate, revocate o rinnovate in qualsiasi momento.
Qualunque sia il mezzo utilizzato per redigere il testamento biologico, il documento viene conservato presso notai, comuni, strutture sanitarie competenti e consolati italiani all’estero e poi trasmesso e inserito nella Banca dati nazionale delle DAT, attivata il 1° febbraio 2020.
Redigere un testamento biologico significa fare una scelta libera e volontaria che dà il diritto a vivere la vita sempre con dignità, anche nella sofferenza. È una conquista di civiltà che è stata possibile grazie all’approvazione della legge 219/2017 che, per la prima volta in Italia, ha disciplinato la volontà individuale su come essere curati anche quando non si può più guarire, attraverso la stesura delle disposizioni anticipate di trattamento.
Il testamento biologico affonda infatti le sue radici nel rispetto dei principi dell’autodeterminazione e della dignità della persona. Questi principi, intrinsecamente legati alla libertà di scegliere il proprio percorso di cure mediche, hanno trovato espressione concreta grazie all’impegno dell’Associazione Luca Coscioni.
Il 14 dicembre 2017 l’iniziativa dell’Associazione ha portato all’approvazione di una legge che conferisce valore legale al testamento biologico. Appunto, la legge 219/2017.
Con uno sportello dedicato, noi di VIDAS supportiamo le persone nella creazione delle proprie DAT, rendendo questo delicato iter più accessibile e comprensibile.
Lo stesso sensibilizzare su queste decisioni cruciali è una parte essenziale del nostro lavoro. Ma non siamo mai soli: ad aiutarci in questa missione ci sono i nostri donatori. Ogni loro contributo sostiene questo percorso di consapevolezza e assistenza che l’organizzazione offre quotidianamente. E di questo non possiamo che essere grati.
Vuoi contribuire anche tu o saperne di più? Aiutaci con una donazione oppure scarica gratuitamente il Modulo DAT per il Biotestamento.