“Le volontà personali sono atto etico e non burocratico e riguardano non l’organismo biologico ma il senso della nostra esistenza”.
Giorgio Cosmancini, docente di Storia della Sanità e della Medicina
Il testamento biologico, o come lo definisce Cosmancini, il testamento biografico, è soprattutto uno strumento di grande valore etico. Valore che risiede nella possibilità di condividere con un’équipe di curanti quello che è il senso della propria vita, perché le scelte di cura passano da lì. Oggi condividiamo con voi la storia di Silvia, una donna di cinquanta anni che ha deciso fino alla fine come essere curata, con la forte motivazione di proteggere la propria dignità, e il suo incontro con Maura, medico palliativista di VIDAS. Perché redigere un biotestamento significa scegliere liberamente e volontariamente di vivere la propria vita con dignità, anche nella sofferenza.
“Silvia era sposata, con due figli. Ha circa 50 anni quando si ammala di un tumore ovarico, male che conosceva bene perché lavorava in un reparto di ginecologia, e sapeva bene quale potevano essere il decorso e le complicanze. Per tanti anni combatte contro la malattia, si sottopone a diversi cicli di chemio finché c’è speranza di guarigione, ma poi è il suo stesso corpo a dire basta. Arriva alle nostre cure ormai consumata e con un dolore importante che la fa soffrire molto. Il suo primo desiderio è stato mettere fine alla propria vita, che per lei non aveva più senso.
Insieme però abbiamo intrapreso un percorso di cure palliative che l’ha aiutata a controllare i sintomi e a proseguire con la cura della propria igiene personale in modo autonomo. Infatti, alla base delle sue volontà c’era sicuramente la paura della sofferenza, la paura dei sintomi, ma anche la grossa componente della perdita della propria dignità che lei collegava alla cura dell’igiene personale e all’autonomia.
Perciò non ha mai permesso a nessuno di gestire questo aspetto, neanche alle sue amiche, un gruppo di infermiere esperte che oltre alla sensibilità e all’affetto nei suoi confronti avevano tutte le capacità per prendersi cura di lei in modo professionale. L’ha concesso solo durante la sedazione.
Insieme abbiamo scritto le sue DAT, le disposizioni anticipate di trattamento, dopo due lunghi colloqui e dopo aver condiviso quella che era per lei la motivazione più grande contro l’accanimento terapeutico, il senso grande della propria dignità.”
Il testamento biologico, o biotestamento, è un atto scritto nel quale ciascuna persona maggiorenne, nel pieno delle facoltà mentali, può esprimere le proprie volontà in merito ai trattamenti che intende ricevere o rifiutare, nell’eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio consenso o dissenso alle cure proposte per malattie o lesioni traumatiche celebrali irreversibili e invalidanti. L’acronimo DAT è un ulteriore sinonimo e sta ad indicare “Disposizioni Anticipate di Trattamento”, ossia le disposizioni che vengono redatte quando la persona è ancora in salute. Con il testamento biologico, inoltre, puoi anche nominare un “fiduciario”, ossia una persona di tua fiducia che dovrà far rispettare le tue volontà.
Dal 2019 VIDAS ha aperto uno sportello di consulenza gratuita sul biotestamento, a cura di un medico VIDAS e di uno psicologo esperto in cure palliative. Il servizio è aperto al pubblico, individui o famiglie che hanno necessità di un confronto sulle scelte che riguardano le dichiarazioni anticipate di trattamento. A seconda della preferenza degli utenti, la consulenza può essere svolta si in modalità digitale sia in presenza.
Per fissare un appuntamento scrivere a biotestamento@vidas.it o chiamare lo 02 725 111.