Ecco Federica per tutti Fede, coordinatrice dei volontari prima di me e con me (ebbene sì, da ottobre sono passata dall’altra parte!), colei che mi ha dato in mano la patata bollente del blog lo scorso giugno dicendomi “ Monicussi vero che hai tempo di occupartene non è un grosso impegno…” il tutto condito con il suo straordinario sorriso. Energia allo stato puro, sempre in movimento, il riposo non fa per lei ed eccola, all’alba, produrre il primo racconto per il blog caos e cuore, cuore e caos com’è lei.
Una sera verso le 19, orario di punta in una famiglia con tre bambini, mi chiama Nico, un nostro giovane volontario: un fiume in piena.
“Fede, ho pensato: dobbiamo fare un coro con i nostri pazienti del Long Day! Ho già organizzato tutto! Una mia amica – bravissima eh – che insegna canto e dirige un coro parrocchiale, sarebbe disposta a venire a fare lezione in Long Day! Lei può già giovedì. Così non perdiamo tempo e riusciamo fare 4 o 5 lezioni prima della festa di Natale del Long Day, per preparare i canti! Sarà bellissimo, vedrai! Facciamo il Coro dei Canti di Natale!”
“Nico…bellissima idea questa del canto… È da quando hai messo il primo piede in Vidas che sorrido pensando a te che suoni per i nostri pazienti il pianoforte, o che fai loro ascoltare buona musica scelta su misura…” Nico infatti nella sua vita insegna pianoforte. Maestro di musica. Una chicca. Un sogno di professione. “Ma Nico… – e tiro il freno a mano – così in fretta, non possiamo fare le cose per bene! Dobbiamo prima conoscere la tua amica, incontrarla, spiegare bene dove si inserisce… sai, i nostri pazienti… valutare bene… E poi dobbiamo fare un programma ripetibile, per non escludere nessuno, che se per caso sta assente, potrebbe sentire di essere ‘rimasto indietro’… niente performance, qui… E poi siamo una associazione aconfessionale, ‘i Canti di Natale’, mah, bisogna stare attenti… magari andiamo ad urtare qualche sensibilità… E poi dobbiamo chiedere ai nostri pazienti: tu sai che non imponiamo nulla, proponiamo, condividiamo e poi organizziamo perché non si sentano obbligati… E poi dobbiamo chiedere il permesso al d’Ostuni che è responsabile del Day Hospice e a….” Un freno a mano unico, noiosissima!
Nico insiste, il fiume in piena continua. Non posso che cedere. “Ok, Nico, promesso. Fammi chiamare d’Ostuni e vediamo cosa dice.”
Abbiamo incontrato con d’Ostuni la maestra di canto, il giorno dopo. Simona, capelli scuri, occhi scuri che brillano e non mollano lo sguardo, sorriso luminoso e dolcissimo. Ha ricevuto tutte le raccomandazioni possibili. Una specie di lavaggio del cervello. Si alza, facendo un grande sorriso, e dice “grazie”. Una ragazza d’oro.
“Ok, Nico, cominciamo domani. Ci andiamo coi piedi di piombo, però. Il Natale, tu sai, suscita sempre emozioni ambivalenti per tutti…”. Ultima tirata di freno a mano.
Il repertorio ha spaziato da ‘Fra Martino campanaro’ a 4 voci (Nico, si dice così?) a ‘Nella vecchia fattoria IA IA OH’ . Abbiamo visto Simona sorridere e cantare insieme (difficile). Nico dietro a fare eco, con le mani in un movimento-danza da direttore d’orchestra. E tutti i nostri pazienti, insieme. Volontari, parenti di pazienti, badanti.
Quando la Signora Laura, lei senza voce, puntuale, intonava il gatto con un ‘Miaow!’ veramente aggressivo, c’era sempre una pausa: scoppiavamo a ridere, tutti, con lei in testa. Con le lacrime agli occhi. Anto, la nostra principessa di garbo e bellezza, si è prestata a fare l’asino! Sergione, teneva il triangolo in mano, così poteva ridere e parlare pur inserito in un coro! Abbiamo dovuto chiudere le porte tagliafuoco, per arginare il baccano…
È stata una festa. Non solo quella di Natale, del Long Day, bellissima, coi canti. Ogni lezione, una festa. Di vita. Perché, come dice Nico, ‘cantare in allegria’ insieme, ha sempre funzionato. Leggeri. Insieme. Con rispetto. Col cuore.
Grazie Nico, per aver insistito, grazie.
Grazie di cuore, Simona, tornerai, vero?
Grazie a Laura, Marisa, Giuseppe, Lina…
Che freschezza, sì, che lezione di vita.Fede