Il caregiver è la figura di riferimento con cui gli operatori sanitari devono interfacciarsi per l’intero percorso di assistenza, che ha il ruolo di assistere e supportare quotidianamente la persona malata, occupandosi anche delle attività ordinarie di cura. Nella maggior parte dei casi questo ruolo è ricoperto da un familiare del paziente, come ad esempio il coniuge, un figlio o un nipote, altre volte coincide invece con la figura del/della badante. Ma cosa spetta a chi assiste un familiare disabile? Per sostenere e agevolare il delicato compito di coloro che assistono familiari affetti da una patologia cronica degenerativa, la legge stabilisce una serie di contributi, benefici e bonus rivolti appunto ai caregiver. Scopriamone di più.
Contributi economici e bonus
- Bonus caregiver: si tratta di un assegno mensile di importo fino a 700 euro, corrisposto direttamente al caregiver;
- legge 162: la legge prevede un assegno mensile da 800 euro per l’assistenza domiciliare, da utilizzare per il pagamento di un/una badante con contratto di lavoro regolare o per il pagamento di un’azienda (o cooperativa) che fornisce assistenza domiciliare;
- APE Sociale: il trattamento di anticipo pensionistico dell’INPS è un sussidio economico rivolto ad alcune categorie di lavoratori, che permette di avere 12 mensilità all’anno fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia. Possono ottenere la pensione anticipata i caregiver, i lavoratori disabili con una riduzione della capacità lavorativa almeno del 74%, i lavoratori dipendenti con lavori usuranti con almeno 36 anni di contributi, i disoccupati da almeno 3 mesi che non percepiscono NASpI. I caregiver devono poi possedere i seguenti requisiti: assistere un malato inguaribile da almeno 6 mesi, aver versato 30 anni di contributi e assistere un coniuge o parente di primo grado convivente e con handicap riconosciuto. Se i genitori o il coniuge del parente malato hanno almeno 70 anni o sono a loro volta affetti da patologie invalidanti, il diritto spetta anche ai caregiver di parenti di secondo grado;
- possibilità di dedurre le spese: tra gli altri vantaggi economici destinati a chi si prende cura di una persona disabile in casa vi è anche quello di poter dedurre dalla dichiarazione dei redditi una parte delle spese mediche e di assistenza, tra cui anche i contributi versati per la/il badante;
- indennità civile: si tratta di un assegno pagato per 13 mensilità agli invalidi tra i 18 anni e l’età pensionabile, con un grado di invalidità pari o superiore al 74%, con un reddito entro il limite stabilito dalla legge e che non svolgono attività lavorative (o che svolgono un’attività lavorativa con reddito inferiore al limite previsto dalla legge). Oltre all’assegno mensile, l’indennità civile da diritto a numerosi altri benefici: prestazioni protesiche e ortopediche, iscrizione nelle liste speciali per il collocamento mirato, esenzione dal ticket, pensione di inabilità, indennità di accompagnamento, indennità di frequenza e assegno sociale;
- assegno di accompagnamento: un assegno pagato per 12 mensilità riconosciuto senza considerare né il reddito né l’età del paziente. L’indennità in questione spetta agli invalidi totalmente inabili, che hanno bisogno di assistenza continua: non sono in grado di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore, né di svolgere gli atti quotidiani della vita;
- procedura B1: si tratta di un contributo economico mensile (e voucher socio-sanitario) erogato dalla regione Lombardia e destinato ai disabili gravissimi di qualsiasi età residenti in Lombardia, per promuovere il benessere e la qualità di vita, per favorire la domiciliarità e l’inclusione sociale. Il contributo può essere richiesto solamente da pazienti adulti/anziani con ISEE sociosanitario fino a € 50.000 o da minori con ISEE ordinario fino a € 65.000.
Permessi e agevolazioni
- Legge 104: la legge numero 104 del 5 febbraio 1992 garantisce il diritto di fruire di tre giornate di permessi retribuiti al mese, da utilizzare intere o frazionabili a ore, allo scopo di assistere il familiare malato. Ne possono fare richiesta i caregiver che siano parenti del paziente entro il II grado di parentela, o entro il III grado se genitori o coniuge sono ultrasessantacinquenni;
- I caregiver hanno poi diritto a un congedo straordinario retribuito di 2 anni;
- Chi assiste una persona malata, inoltre, può scegliere di lavorare pressola sede lavorativa più vicina al proprio domicilio;
- Infine,i caregiver non possono essere trasferiti in un’altra sede di lavoro senza il consenso, possono dunque rifiutare un trasferimento lavorativo, oltre che i turni di notte.
Bonus e agevolazioni per chi assiste un minore malato
- Bonus asilo nido bambini malati gravi: si tratta di un’estensione del bonus asilo nido rivolta ai bambini affetti da malattie gravi e croniche, che impediscono loro di frequentare la scuola. Si tratta dunque di un contributo economico dal valore di 1.500 €, con il fine di sostenere le famiglie con bambini di età inferiore ai 3 anni affetti da patologie invalidanti, da spendere in attività di supporto – anche a domicilio – alternative al nido. Per richiedere il bonus, i genitori devono presentare la domanda all’Inps, allegando – tra le altre cose – l’apposita documentazione attestante la disabilità del bambino;
- i genitori (o più in generale il caregiver) di un minore gravemente malato, hanno il diritto di astensione facoltativa dal lavoro fino a 3 anni, convertibile in 2 ore di permesso giornaliero retribuito.