La storia di Casa Vidas è profondamente legata alle storie di chi ha scelto di sostenerla sin dalla sua nascita, riconoscendo l’urgenza di garantire un luogo protetto e accogliente per le persone più fragili che necessitavano di assistenza in cure palliative.
Oggi l’Hospice compie 15 anni di attività e sono stati più di 6mila i pazienti accolti in questo tempo.
È un traguardo che condividiamo con tutti i nostri donatori, come la signora Maria Nelda che ha scelto di esserci accanto con un sostegno regolare sin dal primo giorno.
Ce lo scrive in una lettera, che riportiamo, certi che molti di voi, amici e sostenitori, potrete ritrovare in queste parole il senso di ciò che stiamo facendo insieme.
“Ho conosciuto VIDAS parecchi anni fa, attraverso un cartellone pubblicitario che illustrava il progetto per la costruzione a Milano di un Hospice per i malati terminali.
Ai miei occhi è apparso subito un progetto meraviglioso; avere a disposizione un luogo dove, soprattutto le persone sole, potessero trovare accoglienza e cure.
Due parole hanno attraversato la mia mente come una folgorazione: solitudine e accoglienza.
Questo progetto che all’epoca appariva assolutamente rivoluzionario andava sostenuto e così ho iniziato a contribuire con piccole donazioni alla sua realizzazione.
Questo mio personale impegno nei confronti di VIDAS è proseguito negli anni, sostenendo anche altri progetti ed iniziative.
Nel 2009 ho richiesto il ricovero di mio padre, malato oncologico terminale, presso Casa Vidas, non avendo la possibilità di assisterlo a casa.
Ho conosciuto la struttura che tanto aveva colpito la mia attenzione anni addietro e che avevo nel mio piccolo aiutato a realizzare: un’ottima struttura bella e funzionale.
L’ampia camera singola completamente arredata, dotata di ogni confort e di ogni presidio medico-sanitario, compreso un grande bagno privato e un balcone. La camera poteva ospitare anche un famigliare.
Inoltre erano presenti grandi spazi comuni, usufruibili dai famigliari e dai degenti che erano in grado di spostarsi.
Tutta l’équipe era a nostra completa disposizione: medici, infermieri, la psicologa, le OSS, i volontari.
Io sono rimasta colpita dalla professionalità ma anche dall’umanità che si respirava. Ricordo che il secondo o terzo giorno di degenza una OSS mi ha chiesto se fossi il solo famigliare ad assistere il papà.
Le spiegai che ero figlia unica e che mia mamma era ricoverata già da quattro anni presso una RSA.
Mi fu garantito che non sarei rimasta sola, che tutti loro erano presenti e insieme avremmo accompagnato il papà fino all’ultimo momento. Così è stato, non siamo rimasti soli, né io, né mio padre, che qualche giorno dopo si è spento serenamente, aiutato da cure palliative mirate ed efficaci e da tanto affetto.
Ho apprezzato moltissimo anche l’aiuto psicologico che mi è stato offerto, durante il ricovero e nel momento del lutto.
Alla fine di questa esperienza ho sviluppato un grande senso di riconoscenza nei confronti di VIDAS, per essere stata aiutata e supportata in un momento di totale disperazione e per aver visto mio padre concludere la sua vita serenamente.
Continuo a sostenere VIDAS perché ho la certezza che ogni donazione viene trasformata in cure e amore verso i malati e le loro famiglie.”