di Giuseppe Caricati, biotestatore
Sono un uomo appagato, sposato da quasi 50 anni. Ho 3 figli e 4 nipoti più altri 2 in arrivo, una vita piena, vivace, tante cose da fare, un continuo frullare.
Io e mia moglie Fiorenza siamo insieme da sempre, insieme abbiamo affrontato la vita con le sue sfide e i suoi misteri. E ci interroghiamo da sempre sul senso della vita e della morte, e a un certo punto siamo giunti a una convinzione: scrivere le DAT è l’atto che ci permette di seguire questi nostri pensieri e decidere oggi, che siamo in salute e consapevolezza, quali trattamenti accettare o rifiutare nel caso in cui non potessimo più esprimere le nostre volontà.
Poter affrontare questo tema con le persone di VIDAS è stato illuminante.
Redigere le DAT insieme a mia moglie ci ha dato la possibilità di condividere ciò che l’altro desidera e vuole. Ci siamo presi uno spazio per fare chiarezza, e questo ci ha arricchito. Come coppia e come famiglia.
Il testamento biologico è un atto scritto nel quale ciascuna persona maggiorenne, nel pieno delle facoltà mentali, può esprimere le proprie volontà in merito ai trattamenti che intende ricevere o rifiutare. Ciò nell’eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità a esprimere il proprio consenso o dissenso alle cure proposte per malattie o lesioni traumatiche celebrali irreversibili e invalidanti.
Una scelta libera e consapevole che dona tranquillità al paziente, ma anche ai familiari: avere una visione chiara dei desideri e degli orientamenti aiuta infatti a prendere decisioni con maggiore serenità, magari durante le fasi più complesse del percorso di malattia.
La parola “testamento” è presa in prestito dal linguaggio giuridico, ma con una distinzione molto importante rispetto al testamento tradizionale: infatti il biotestamento esprime le volontà del testatore in merito a ciò che potrebbe capitare quando è ancora in vita e non nel post mortem. Per evitare fraintendimenti dovremmo parlare di “Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT)”, che vengono redatte quando ancora in salute. In riferimento alla fase di malattia, l’articolo 5 della Legge spiega che cosa si intende per “pianificazione condivisa delle cure”.
La campagna biotestamento promossa da VIDAS nel corso del 2021 è stata la prima di respiro nazionale per l’Associazione, e aveva l’obiettivo di aumentare il grado di informazione e sensibilizzazione sul tema portandolo a un pubblico più vasto possibile.
La campagna ha coinvolto cinque ambassador (Ferruccio de Bortoli, Caterina Balivo, Petra Loreggian, Saturnino, Silvia Vegetti Finzi) ed è uscita su diversi canali di comunicazione, radio, tv, stampa e digital. All’iniziativa, che ha ricevuto il patrocinio di Pubblicità Progresso per l’equilibrio e la qualità dei contenuti, sono stati concessi spazi pro bono da emittenti radio e tv sia nazionali (RAI, Mediaset, Sky, La7) sia locali, ma anche con le affissioni (sul territorio di Milano grazie alla partnership storica con IGP Decaux) e sulla stampa.
È stato così possibile raggiungere oltre 40milioni di persone. Per misurare l’efficacia della campagna, VIDAS ha previsto una ricerca sulla capillarità dell’informazione e dei livelli di consapevolezza sui contenuti della legge, che prosegue anche nel 2022.