Benché si parli sempre di più di Cure Palliative e ci sia più attenzione anche da parte delle Istituzioni, non molti sanno spiegare cosa davvero siano.
Nella mia esperienza, infatti, diverse volte mi è capitato di raccontare in quale campo operassi, quale “specializzazione” avessi o in quale ospedale lavorassi a interlocutori che ne ignoravano il significato. Nei casi migliori il mio lavoro veniva circoscritto alla terapia del dolore ritenendo le Cure Palliative spesso come “terapie che non servono a nulla”.
Che cosa sono dunque, le Cure Palliative?
Ecco di seguito una definizione possibile.
Il termine palliativo deriva dal latino pallium, ovvero mantello. La tradizione vuole che, nel quarto secolo, san Martino di Tours, designato oggi patrono delle Cure Palliative, tagliasse in due il suo manto e lo condividesse con un mendicante seminudo incontrato sul proprio cammino.
Le Cure Palliative dunque non rappresentano ciò che comunemente potrebbe essere inteso ossia qualcosa di inutile fatto per illudere il malato per cui non ci sia più nulla da fare.
Al contrario, le Cure Palliative sono da considerarsi la cura totale prestata alla persona affetta da una malattia avanzata e terminale, non più responsiva alle terapie che hanno come scopo la guarigione. Come viene ricordato nei documenti dell’EAPC (European Association for Palliative Care) il controllo del dolore, degli altri sintomi e delle problematiche psicologiche, sociali e spirituali è di prevalente importanza nelle Cure Palliative. Il loro scopo, infatti, è quello di garantire la migliore qualità di vita possibile per il paziente terminale e per il suo nucleo familiare.
Le Cure Palliative:
Vuoi approfondire? Visita la sezione dedicata sul sito del Ministero della Salute oppure naviga tra le possibilità offerte dalla European Association of Palliative Care (EAPC Onlus): sul loro spazio online troverai anche i loro contatti Facebook e Twitter e il collegamento al loro blog.