Curare un malato inguaribile in casa è da sempre l’approccio privilegiato di VIDAS nell’ambito dell’assistenza in cure palliative. Con l’esplosione della pandemia da Covid-19 abbiamo assistito ad una sensibile crescita del bisogno di cure palliative, tanto che le cure a casa sono diventate una vera e propria esigenza, necessaria per garantire assistenza a tutti i malati inguaribili che si rivolgono a VIDAS. Ecco perché, oggi più che mai, riteniamo che le cure palliative domiciliari siano una risorsa da potenziare: in questo articolo capiamo quali sono i vantaggi di questa opportunità e perché oggi questo servizio sia l’unica vera alternativa ad un ricovero impossibile in ospedale.
L’assistenza domiciliare è un servizio previsto dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) al fine di rispondere alle esigenze di cura delle persone fragili e non autosufficienti e garantire un miglioramento della loro qualità di vita. La casa è infatti considerata lo spazio di cura più adeguato all’assistenza di un malato e il miglior percorso per le cure palliative, perché il paziente può continuare a vivere tra i propri ricordi, senza essere privato delle cure gratuite e continuative offerte dalle nostre équipe multidisciplinari. Il servizio di cure domiciliari di VIDAS comprende una serie di attività finalizzate a prendersi cura del malato a 360°, tra cui:
Dai primi giorni di marzo, quando la pandemia ha iniziato a diffondersi, gli ospedali sono stati costretti a dimettere in tempi brevi un maggior numero di pazienti, tra cui quelli inguaribili, al fine di lasciare spazio ai malati di Covid. Questa situazione di emergenza ha determinato una sensibile crescita di richiesta di assistenza in cure palliative, che per VIDAS è stata maggiore di oltre il 10% rispetto all’ordinario. Ci siamo dovuti riorganizzare velocemente per riuscire a gestire fino a 220 malati al giorno, riducendo la frequenza delle visite (ove possibile) e al contempo aumentando la nostra capacità assistenziale. È risultato subito evidente che le cure domiciliari fossero l’unica vera alternativa possibile al ricovero in ospedale: non solo per ridurre i rischi di contagio, ma anche per limitare quel senso di solitudine che questo virus impone. Questi mesi di pandemia hanno messo in evidenza un assunto fondamentale dell’approccio di VIDAS alle cure palliative: morire soli, senza il conforto umano dei propri cari, aumenta notevolmente il livello di sofferenza di chi se ne va ma anche di chi rimane.
In Italia nei primi otto mesi del 2020 c’è stato un aumento della mortalità dell’8,6% rispetto alla media dei cinque anni precedenti, con picchi drammatici nelle regioni più colpite come la Lombardia, dove si sono toccate punte del 191% e del 117% rispettivamente nei mesi di marzo e aprile. Il bisogno stimato di cure palliative nella popolazione italiana, considerati i dati di letteratura, varia dal 69 all’84% del totale dei morti annui: oltre 500.000 persone potrebbero beneficiarne. Se in epoca pre-Covid la copertura era piuttosto carente, pari al 23% circa, e la Lombardia risultava, con il 33%, una punta avanzata, oggi viene da chiedersi quale risposta effettiva si potrà offrire a fronte di questa nuova ondata della pandemia. Noi di VIDAS continueremo a offrire il nostro contributo al fine di lenire la sofferenza dei malati, ma siamo consapevoli della necessità di potenziare il servizio di assistenza domiciliare, affinché non venga meno il diritto del malato alla migliore qualità di vita possibile, anche nell’ultimo tratto della sua esistenza e nonostante la tragicità degli eventi pandemici in corso.