Ti serve assistenza sanitaria?
18.03.2022  |  Cultura

Dieci parole per curare

Condividi

Libro di Gianluigi Peruggia. Con prefazione di Mario Delpini. Recensione di Giuseppe Ceretti.

L’autore

Gianluigi Peruggia è presbitero della diocesi di Milano. Un prete, che ha fatto dell’espressione “prendersi cura” uno dei caposaldi del suo magistero, dedicandosi per anni all’assistenza spirituale in tali estremi frangenti.

Con passione e pari sensibilità, ha accettato una sfida con sé stesso e con le fondamenta del suo magistero. Talmente ardua da chiamare in causa il decalogo biblico. Avete capito bene, i dieci comandamenti riletti in chiave terapeutica.

Il Decalogo biblico riletto in chiave terapeutica

Un atto di coraggio intellettuale, sia scritto con laiche parole, che non ha nulla di verità rivelata, né la pretesa di coprire con il mantello (visto che di pallium si tratta) della dottrina il tratto ultimo dell’accidentato percorso della vita umana. Il propellente di tanta audacia, insieme laica e religiosa, è nell’affetto, scrive nella prefazione l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, in quella misteriosa forza di ostinazione che è il nerbo del prendersi cura ovvero “offrire luoghi e condizioni perché il caso sia persona e il numero sia l’irripetibile”.

Non è un caso dunque che l’autore all’inizio di un tale viaggio si riferisca al decalogo parlando di “dieci parole” in luogo di “comandamenti”, in nome della valenza sociale della legge mosaica, destinata più a una comunità di persone che ai singoli.

Il viaggio del partigiano delle cure palliative, l’appellativo mi è gradito confessa l’autore, procede con identico metodo da un breve commento al testo biblico, irrorato poi da spunti di cura sottesi in ogni comandamento. Così il monoteismo religioso del non avrai altri dei di fronte a me, si fa spunto per porre al centro il malato come essere unico e irripetibile, una comunità di cura che copre con il pallium i diversi bisogni di chi soffre.
Allo stesso modo  il “non pronuncerai invano il nome del Signore tuo Dio” si fa richiamo al realismo, facendo scudo a una medicina che porti con sé un pensiero magico di onnipotenza. O, ancora l’onora tuo padre e tua madre riconduce all’esigenza di conservare la dignità personale, di trovare una nuova familiarità con i propri cari, con gli amici, nel processo di cura.

Conclusione

Lasciamo ai lettori l’ulteriore piacere di scoprire questa originale e appassionata riscrittura (non si inquieti l’autore, la blasfemia è solo mia).

Ci limitiamo a osservare quanto sia largo in siffatto stimolante viaggio il “mantello terapeutico” da qualunque punto di vista lo si guardi. S’intende se lo si vuol vedere. Scrive nelle ultime pagine Perruggia:

“Ciò che caratterizza le Cure Palliative è l’accettazione del limite umano insieme alla scelta di condividere per quanto possibile con la persona malata e con i suoi cari il tempo della terminalità”.

Scopri tutte le categorie di racconti VIDAS

Operatori
Scopri ora
Volontari
Scopri ora
Donatori
Scopri ora

Scopri tutte
le categorie
di racconti
VIDAS

Novità

La sezione novità è dedicata a te, per rimanere sempre al passo con ciò che succede in VIDAS: qui troverai tutti gli aggiornamenti sulle attività e le nuove possibilità per sostenerci, i prossimi eventi e le iniziative culturali in programma.
Scopri tutti gli articoli

Cultura

Un’intensa attività culturale affianca da sempre quella assistenziale: in questa sezione approfondirai la filosofia ispiratrice di VIDAS e aprirai la mente a una riflessione più ampia su tematiche esistenziali e sociali, sul vivere e sul morire.
Scopri tutti gli articoli
back to top
Stai navigando con Internet Explorer, non tutte le funzionalità di questo sito vengono garantite su questo browser. Per navigare il sito in sicurezza ti consigliamo di usare Chrome, Safari o Firefox.