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22.06.2023  |  Pazienti e famiglie

“Ero sola e avevo paura.
In Casa VIDAS mi sento al sicuro.”

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Dopo due anni di chemio senza successo, Elena, 82, viene dimessa in Casa VIDAS, dove incontra “gentilezza, sorrisi, abbracci…un paradiso! Qui finalmente mi sento al sicuro”

Elena abbraccia Loredana, OSS, nella sua stanza in casa VIDAS

“Cosa facevo prima di arrivare in VIDAS? Beh, ero felice,” comincia così il racconto di Elena, 82, paziente di Casa VIDAS. E poi continua: “Lavoravo, producevo un’ottima vernice antiruggine con materie prime veramente di buona qualità, davo da lavorare a cinque padri di famiglia, che non male. Sono sempre stata una persona attiva, mi interessavo di tutto, fin da piccolina.” Elena aveva solo 5 anni quando leggeva il giornale al suo papà. “Ho molto rispetto per le persone e per il lavoro che fanno, però non mi devono prendere in giro perché io so già dove vanno a finire.”

A più di ottant’anni, la tempra è ancora la stessa di sempre. Quella di una donna forte, curiosa del mondo, lavoratrice instancabile. “Ho lavorato fino a 78 anni, nell’ultimo periodo facevo consulenze. E poi con la pensione è arrivato anche il cancro, un mesotelioma ai polmoni, molto cattivo”.

È allora che inizia il pellegrinaggio di Elena in oncologia. “Quattro anni di chemio, ho perso tutti i capelli – una sofferenza per una donna bella come lei – però io andavo avanti lo stesso, sdrammatizzavo.”

All’inizio la chemioterapia sembra dare risultati soddisfacenti ma “da due anni non la faccio più, perché ormai fa solo danni, non serve più a niente. Non avevo dolori ma a casa da sola non potevo stare, avevo paura, e infatti sono caduta”.

Elena, spaventata chiama Carmela, che più che un’amica dopo 40 anni insieme è diventata una sorella, la sua famiglia. “Andiamo all’ospedale con l’ambulanza, al San Paolo, dove mi hanno messo i punti. Come potevo tornare a casa?

A questa domanda risponde Carmela, che dice perentoria ai dottori “Questa è una donna sola, se me l’ha mandata a casa, chiamo i carabinieri! Mettetela in qualche posto di attesa fino a quando trovate una sistemazione stabile.” Così Elena firma il modulo di dimissioni senza nemmeno sapere dove sarebbe andata a finire…

E quando arriva qui in VIDAS trova “Gentilezza, cortesia, sorrisi, abbracci. Ho detto ‘Qui sono in paradiso’. Nessuno mi sposta. Questa è la mia casa. Di quella vecchia ho dato le chiavi alla mia amica,” racconta Elena molto soddisfatta.

Elena e Loredana in Casa VIDAS

Ci parla della sua giornata tipo, è contenta di poter uscire quando si sente in forze e di vedere gente. Le piace farsi accompagnare da Sergio, il volontario, fino al centro commerciale per fare quella che lei chiama “spesuccia” oppure andare dal parrucchiere per mettere in piega i capelli ricresciuti con la fine della chemio e ci scherza su: “Se facevamo il video domani pomeriggio che andavo dal parrucchiere vedevi com’ero bella!”

Eppure, quando le chiediamo se allora in Casa VIDAS si sente a casa la sua risposta ci lascia spiazzati perché risponde “No, io non mi sento a casa”. Ma la perplessità dura solo un momento, perché Elena riprende subito a parlare:

“A casa mia avevo paura, mentre mi sento bene qui. Mi sento protetta come se fossi in una culla. A casa ero sola e impaurita. Avevo paura a scendere dal letto perché non sapevo se le gambe avrebbero retto. Questa è la differenza. Bisogna provare, ma non lo auguro a nessuno: è un’esperienza troppo brutta. Perciò mi sento meglio qui che non lì.”

L’unica cosa che le manca della sua vecchia vita è il gatto, Mimì: “Per ora l’ho lasciato alla mia amica ma vorrei trovargli una nuova famiglia. È un gatto speciale, proprio un coccolone, qui tutti sanno che voglio sistemarlo e mi stanno aiutando a cercargli una casa, c’è molta solidarietà: dalla dottoressa ai volontari, tutti si fanno in quattro.”

Si vede che Elena si sente accolta, a proprio agio, è tornata la donna sicura che è sempre stata. “VIDAS ti dà la sicurezza che non sei solo. Morire da soli è brutto, soprattutto per una persona che è sola. Capito?

E allora VIDAS è una porta che si apre, qualcosa che ti dice “vieni, ti accompagno, sola non sei

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