In questo articolo parliamo di “Moglie”, il libro scritto da Cinzia Sasso, moglie dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia e grande amica di Giovanna Cavazzoni, fondatrice di VIDAS. Nel libro la scrittrice ricorda Giovanna con quell’affetto vero che si percepiva e si poteva vivere anche semplicemente presenziando a un loro incontro, tra racconti, serenità e risate complici, come solo alcune donne sanno fare.
Nel racconto la scrittrice ci mostra come essere una moglie a tempo pieno possa rivelarsi gratificante, anche – e soprattutto – per una persona che ha sempre creduto nella sua autosufficienza, nella sua indipendenza e nella sua libertà. Una giornalista affermata che ha deciso di lasciare il lavoro dei suoi sogni per diventare una moglie. La moglie del sindaco di Milano. Alternando fatti quotidiani a incontri e viaggi straordinari, Cinzia Sasso ripercorre la sua storia sullo sfondo della Milano degli ultimi anni. Si interroga sulle dinamiche di coppia, sui ruoli femminili e maschili nella società contemporanea, sulla ricerca della felicità e sul senso più profondo dell’amore.
Inoltre, intreccia alla sua storia quella di altre donne che sono riuscite nella difficile impresa di conciliare amore ed emancipazione, lavoro e famiglia. Molti ritratti si alternano nel libro. Ritratti di donne straordinarie nel loro essere protagoniste, nella vita personale e professionale, ma anche nell’anonimato del “dietro le quinte” di molti uomini, personaggi famosi del mondo culturale e politico.
La scrittrice afferma:
“Mi è sempre piaciuto raccontare le donne. Scoprire la loro vita, quello che c’è dentro. La passione e la fatica. Non solo quello che fanno, ma come lo fanno. Cosa pensano con quelle teste, che mi immagino piene di fili come un disegno di Ellekappa. Mi è capitato spesso di andare a intervistare un lui e di scoprire che dietro, e a me intrigava ancora di più, c’era una lei.”
Tra le donne di cui parla vi è anche la sua amica e nostra fondatrice:
“Di Giovanna Cavazzoni ho un ricordo speciale. Era uno scricciolo, davvero non riuscivi a capire come un corpo così minuto potesse avere dentro una forza così immensa (…). Sono andata a salutare Giovanna per l’ultima volta insieme a mio marito. Era il 12 maggio 2016, il giorno del suo compleanno, 85 (…). Era in una stanza dell’hospice, la casa che ha fondato per dare alle persone che non ce l’hanno un posto decoroso dove morire. Le stanze non hanno il numero, hanno il nome di un fiore. La stanza di Giovanna si chiama Dalia. L’unico consiglio di amministrazione dove sia entrato mio marito è stato quello VIDAS. Giovanna lo amava molto. Era nel letto, ma prima di salutarci ha voluto che le mettessero un foulard per coprire i capelli, che non erano in ordine. Ha trovato un po’ di forza. Ci ha abbracciato, baciato. Sapevamo tutti che sarebbe stato per l’ultima volta. È morta otto giorni dopo.”
Veneziana di nascita e per sempre nel cuore, milanese di adozione: la redazione di Repubblica, Palazzo Marino, il Teatro alla Scala, la maison di Armani in via Borgonuovo, il salottino verde di Giulia Maria Crespi. Molti i luoghi descritti, vissuti e collegati ai tanti incontri istituzionali da moglie del sindaco. Giornalista professionista, mamma single per tanti anni, viaggiatrice, studiosa che ad un certo punto incontra la “sua metà del cielo”, Giuliano Pisapia, avvocato e sindaco di Milano dal 2011 al 2016, decide che è venuto il momento di dedicarsi completamente a lui.
Cinzia ha la capacità di sorprenderti e ci riesce in questo racconto lieve, mai sopra le righe, di una vita “normale” nei passaggi non sempre facili dell’età, nelle esperienze, nelle scelte. Una in particolare, appunto, straordinariamente generosa, come solo il vero amore può essere. Mi verrebbe da dire, di questi tempi, una scelta rivoluzionaria di una donna.
“Mi sono chiesta: perché faccio tutto questo? E mi sono risposta: lo faccio semplicemente perché se lo merita. Penso che è bravo. Che è un’idealista con il raro coraggio di fare. Penso che sono fiera di stargli vicino. Penso che alla fine questa scelta privata sia capitata al momento giusto per tutti.”
Leggendo il suo libro e conoscendo la sua generosa vitalità, si ha la sensazione che la conclusione possa essere: bene, ho fatto anche questa esperienza, bella, intensa, viva, gratificante, ora sono pronta per viverne un’altra o forse no, non lo so, ma è proprio questo il bello della vita.
“Il mondo è fatto delle storie delle singole persone. Sono come granellini, e anch’io sono un granellino. E allora ho deciso di raccontarla. Non c’è una conclusione, almeno io non la conosco. Non so se ho fatto le scelte giuste. Prima ancora non so cos’è il giusto e cosa è sbagliato.”