“Lavoro in VIDAS da sei anni e mezzo e faccio parte del team di rendicontazione e accreditamento: siamo sei dipendenti più un volontario,” esordisce così Fulvio Mussi, che dopo una laurea in Scienze Politiche e dieci anni di esperienza in ambito amministrativo in un ospedale, oggi è responsabile dell’unità Accreditamento e Rendicontazione.
“Il nostro compito è trasmettere a Regione Lombardia e all’ATS tutti i dati relativi all’attività sociosanitaria svolta da VIDAS, sia a domicilio sia in degenza. Traduciamo in numeri, in tracciati informativi, tutto quello che gli operatori fanno: visite mediche, accessi infermieristici, psicologici, ecc. Se non ci fosse il nostro lavoro, queste attività non risulterebbero visibili all’esterno e non sarebbero finanziate dagli enti pubblici.”
“Spesso lo spiego così: noi rendiamo visibile il lavoro degli operatori, traducendolo in dati che generano valore economico e informativo. Una parte importante del bilancio sociale di VIDAS, per esempio, nasce anche grazie al nostro contributo.”
Indice
Grazie all’accreditamento, VIDAS riceve ogni anno circa 7 milioni di euro da Regione Lombardia: una cifra che rappresenta circa un terzo delle entrate complessive dell’associazione.
Questo valore è in costante crescita, così come l’attività degli operatori: “Sei anni fa avevamo in media 200 assistiti domiciliari, oggi superiamo i 300,” dice Mussi. “L’aumento dei pazienti comporta anche un aumento del nostro lavoro: più cartelle da gestire, percorsi da seguire e dati da validare.”
Oltre all’aspetto economico, il dato ha un valore anche statistico ed epidemiologico. “VIDAS, ad esempio, offre un’assistenza pediatrica domiciliare che solo in parte è riconosciuta e finanziata,” continua Mussi. “Ma anche quelle prestazioni, rese possibili dalle donazioni, sono documentate e validate da noi, per essere poi condivise nel bilancio sociale o in occasione di tavoli istituzionali”.
È anche grazie a ciascun dato elaborato dal team Accreditamento e Rendicontazione se VIDAS può portare all’attenzione di Regione Lombardia la specificità dell’assistenza pediatrica, ancora oggi equiparata, per normativa e rimborsi, a quella per gli adulti.
Le difficoltà non mancano, sia a livello interno — per la complessità dei percorsi — sia a livello esterno, con ATS e ASL di tutta Italia. “La nostra esperienza e la reputazione di VIDAS, però, ci aiutano molto,” spiega Fulvio. “Gli enti ci conoscono e sanno che siamo affidabili, soprattutto in Lombardia dove siamo tra i principali erogatori di cure palliative”.
“Quando dobbiamo interfacciarci con enti fuori regione può essere più complicato: a volte bisogna spiegare da capo chi siamo e come operiamo, ma abbiamo sviluppato procedure interne che ci aiutano a gestire anche queste pratiche più complesse”.
“Il mio lavoro è importante perché permette di far emergere ciò che fanno gli operatori VIDAS. Senza un sistema di rendicontazione preciso, il loro lavoro rischierebbe di restare invisibile, non riconosciuto,” conclude Fulvio.
“Anche se non siamo sanitari, contribuiamo a raccontare e rendere tangibile il valore umano, clinico e sociale dell’assistenza offerta. È una forma di restituzione verso chi lavora sul campo e verso i pazienti e le loro famiglie”.
“La nostra è una realtà poco conosciuta, ma profondamente umana. Farla emergere, anche solo attraverso i numeri, è il mio contributo a un progetto che merita visibilità e fiducia”.