Parla Ilaria Turba, arista visiva che ha curato l’installazione immersiva della terza edizione di INCONTRO, il festival culturale di VIDAS.
Il punto di partenza del progetto è stato indagare con i ragazzi i due fortissimi temi del festival “paura e libertà” evitando qualsiasi definizione precostituita. Volevo che il laboratorio offrisse loro le condizioni ottimali per ragionare in gruppo in modo diverso e libero. Era importante che si ascoltassero facendo emergere il loro punto di vista nella forma più spontanea lasciando libera l’immaginazione.
La scelta di lavorare all’interno della sede VIDAS, in prossimità fisica dei due hospice, ha aggiunto una densità palpabile al percorso, aprendo delle riflessioni sensibili al contesto.
Il laboratorio si è sviluppato in due parti: la prima di racconto e riflessione a partire dalle loro esperienze, la seconda visiva, legata alla scelta di oggetti quotidiani e alla creazione d’immagini realizzate in un set fotografico.
Da subito, è stato evidente che dal tema paura emergevano dai loro immaginari e dalle loro esperienze tanti più contenuti e storie rispetto al tema libertà, ritenuto a primo impatto più semplice.
In un secondo momento, abbiamo cercato dei punti di interconnessione tra i due temi: ovvero quando la paura diventa una forma di libertà e viceversa. Ho trovato in loro una straordinaria maturità nel ragionamento e degli spunti di riflessione estremamente interessanti.
La parte iconografica del progetto è nata invece con l’idea di trovare una serie di oggetti del loro quotidiano scelti sulla base di storie personali di “paura e libertà”, e fotografarli in un set. Grazie a un lavoro di luci e ombre e successivamente invertendo positivo e negativo gli oggetti sono stati trasfigurati: le luci diventano ombre e viceversa. Nelle immagini finali presentate nell’installazione degli oggetti ordinari così rappresentati sfuggono ad una riconoscibilità immediata e diventano delle sorte di simboli, misteriosi e ricettivi pronti ad accogliere le definizioni di paura e liberta.
I testi scritti dai ragazzi durante il laboratorio e quelli raccolti dal pubblico che parteciperà all’installazione, sono manoscritti sulle immagini finali.
Il rapporto tra immagine e testo aggiunge ed apre a ulteriori nuovi significati e narrazioni, gli oggetti si trasformano così in dei testimoni silenziosi di un pensiero.
Mi sembra molto significativo che i ragazzi abbiano potuto seguire tutto l’iter di un’esperienza di creazione artistica: dalla riflessione su un tema, alla sperimentazione, alla formalizzazione in immagine e infine sono proprio loro a guidare e accompagnare il pubblico nella stanza dell’installazione ritrasmettendo quanto vissuto durante il laboratorio.
La mostra PAURA E LIBERTA’ a cura di Ilaria Turba sarà visitabile durante INCONTRO, il Festival culturale di VIDAS, sabato 19 ottobre, ore 11:30 — 20:00 e domenica 20 ottobre, ore 12:00 — 19:30 nella sala La Piccolina del Teatro Franco Parenti di Milano.
INGRESSO LIBERO