L’attenzione alla qualità delle relazioni è uno dei cardini delle cure palliative, ed è uno dei valori fondanti della visione su cui è stata modellata l’esperienza delle persone che saranno accolte nella Cascina Casanova. Persone anziane con malattie croniche e sole e, come accennato nel numero di luglio, anche giovani che sono fuori dal circuito del lavoro e degli studi. Cos’hanno in comune gli uni e gli altri? Entrambi vivono una condizione di fragilità sia dal punto di vista sociale sia relazionale.
Il progetto “Più vita agli anni” offrirà ai giovani l’opportunità di un percorso specifico di formazione e avviamento al lavoro all’interno di un laboratorio di pasticceria. Uno spazio pensato per loro e aperto sia ai residenti sia al pubblico esterno, rafforzando così lo scambio con il quartiere e il legame con il territorio.
Anziani residenti e giovani apprendisti faranno comunità, non solo in quanto conviventi ma ancor più in uno scambio virtuoso nell’ambito del volontariato, i giovani infatti potranno dedicare una parte del loro tempo alle persone residenti, all’insegna di un potente catalizzatore: l’intergenerazionalità.
Sottovalutata per molto tempo nelle culture occidentali ora riconosciuta come forma virtuosa di ampliamento dell’ambiente sociale. Le relazioni intergenerazionali generano grandi benefici nelle persone anziane e fragili misurabili in termini cognitivi, psicologici, emotivi – l’invecchiamento viene di fatto rallentato grazie allo stimolo che persone più giovani esercitano, poiché rompono i cliché sulla vecchiaia. Allo stesso tempo, per giovani che vivono momenti difficili, le persone di età avanzata possono trasmettere saperi ed esperienza oltre ad incarnare modelli di etica positivi che infondono sicurezza e rafforzano l’autostima. Per questo crediamo in questa opportunità di relazione, di scambio, di crescita e soprattutto di bene condiviso.
Questo articolo è tratto dal Notizario “Insieme a VIDAS”. Sfoglia l’ultimo numero QUI