“Io prima di te” è un romanzo di successo del 2012, scritto dall’autrice Jojo Moyes e trasformato in film nel 2016 dalla regista Thea Sharrock. Dietro a una trama all’apparenza scontata, in cui due protagonisti completamente diversi tra loro iniziano una relazione d’amore, si sviluppa un racconto toccante, commovente ma anche divertente, che tocca temi molto importanti, come la ricerca della propria individualità, il senso del tempo, il vivere la malattia e l’eutanasia.
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Protagonisti di questa atipica storia d’amore sono Louisa Clark e William Traynor. Allegra, socievole, senza troppe ambizioni lei; iroso, scostante, freddo e ricco lui. Dopo aver perso il lavoro, Louisa viene assunta dalla ricca famiglia Traynor per fare da assistente al figlio William, un giovane rimasto tetraplegico a seguito di un incidente stradale.
Dopo un inizio non facile, in cui il ragazzo non mostrava segni di aperture di alcun tipo nei confronti della sua nuova assistente, Louisa riesce a conquistare il cuore e la fiducia di William e si rende conto di come dietro questa corazza di superiorità e freddezza si nasconde in realtà un ragazzo sensibile, a cui manca la vita ricca di emozioni che conduceva prima dell’incidente.
Le cose cambiano quando Louisa scopre che William ha stretto un drastico accordo con i genitori: concede loro altri sei mesi, dopodiché andrà in una clinica in Svizzera per praticare il suicidio assistito. La ragazza non accetta questa decisione e organizza un piano per far cambiare idea al ragazzo: pianifica una serie di eventi per dimostrare a Will che la sua vita è ancora degna di essere vissuta. Nel frattempo, Will spinge Louisa ad allargare i suoi orizzonti, a credere di più in se stessa e nelle opportunità che la vita può offrire. La sprona a non restare troppo vincolata al luogo e alla famiglia d’origine, oltre che a fare qualcosa di grandioso nella sua vita.
Nonostante gli sforzi di Lou, Will non cambia idea e rimane fedele alla sua decisione di praticare il suicidio assistito: le dichiara di amarla, ma che per questo non vuole vincolarla a lui, e di non voler passare il resto della sua vita su una sedia a rotelle. L’amore non vince tutto: non vince la sofferenza, non giustifica il sacrificio, non addolcisce le difficoltà della condizione di Will. L’amore, soprattutto, non può essere l’unica ragione per andare avanti, anzi. Will non accetta che Lou sacrifichi se stessa e la sua vita a causa della sua malattia e, per se stesso, rifiuta un’esistenza diversa da quella che, da sano, amava vivere.
Come anticipato, pochi anni dopo l’uscita del romanzo, visto il suo successo, è stato realizzato anche il film di “Io prima di te”. Il valore aggiunto di questa storia già vincente è senza dubbio il cast: a interpretare i due protagonisti troviamo Emilia Clarke, la Daenerys Targaryen de Il Trono di Spade, e Sam Claflin (Hunger Games, Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare, Biancaneve e il cacciatore…). Eccellenti nell’interpretazione, vestono i panni dei protagonisti con trasporto e senza tradire i meravigliosi protagonisti del libro.
“Io prima di te” è la storia di un incontro e di un amore folle, come si suol dire “breve ma intenso”, tra due persone profondamente diverse tra loro: una ragazza che ha scelto di vivere in un mondo piccolo, sicuro, senza sorprese e senza rischi, e un uomo che ha conosciuto il successo, la ricchezza e la felicità, e all’improvviso li ha visti dissolversi, ritrovandosi inchiodato su una sedia a rotelle. Due persone che imparano a conoscersi, senza però rinunciare a se stesse insegnando l’una all’altra a mettersi in gioco. Al di là della storia d’amore, il merito dell’autrice è quello di aver posto l’attenzione su due temi estremamente importanti e molto delicati, in modo brillante e con estremo tatto: la malattia e la morte. O per meglio dire, l’eutanasia e il suicidio assistito. Descrive dettagliatamente la quotidianità della malattia e la difficoltà dei cari di un paziente di rispettare la scelta di porre fine alla sua vita. Senza filtri, senza pietismo, senza buonismo. Tanta realtà, ironia e, perché no, risate. Una storia emozionante che insegna a non giudicare gli altri, ma ad amarli e rispettarli. Anche e soprattutto quando decidono di porre fine alla propria vita.