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Attilio ha 68 anni, è messo comunale a Mediglia, vicino a Milano. Ha due figlie stupende e una gattina di nome Leone. È un membro attivo nella sua comunità, fino a poco tempo fa accompagnava a Rimini il gruppo anziani del suo paese, li accompagnava a ballare. Si è iscritto al Liceo Scientifico serale e nel tempo libero studia filosofia, legge, e scrive poesie.
Scrive anche per esternare i suoi pensieri e le emozioni che lo colpiscono da quando ha ricevuto la diagnosi di SLA.
La SLA è una malattia degenerativa per la quale si perdono nel tempo capacità motorie, di espressione verbale, si perde autonomia e c’è la consapevolezza che ogni pezzetto che si perde sarà impossibile da recuperare. Attilio affronta tutto questo, ma cercando di vivere appieno le sue giornate. Ogni mattina, ad esempio, con la sua carrozzina elettrica va a fare colazione con gli amici al bar.
Francesca è una donna giovane, forte, piena di vita. Fa la giornalista.
È stata vicino al suo compagno Matteo, malato di cancro ,per 14 anni su 18 della loro relazione. Matteo è morto nell’estate del 2020 e Francesca è una donna che oggi, anche grazie a lui può dire di aver scoperto se stessa. Sicuramente ha scoperto la ricetta per una zuppa di vita incredibile…
Nella seconda puntata di L’unica cosa certa, il podcast di Chora Media in collaborazione con VIDAS, parliamo di cosa significa vivere quando una malattia ti fa sapere che non hai più molto tempo davanti.
La malattia inguaribile porta con sé una serie di perdite che vanno ben oltre il concetto di morte. Chi affronta una diagnosi di questo tipo, o chi si trova accanto a un familiare malato, si scontra quotidianamente con la progressiva perdita di piccole e grandi capacità.
Non si tratta solo di eventi estremi, ma anche di rinunce che coinvolgono la vita quotidiana: dall’impossibilità di abbracciare un nipote o fare una passeggiata in montagna, alla difficoltà di svolgere attività apparentemente banali come mangiare, fare una doccia o semplicemente alzarsi dal letto. Ogni singola perdita richiede un’elaborazione emotiva, una sorta di lutto personale e familiare che spesso passa inosservato.
La malattia, inoltre, influisce pesantemente anche sulle dinamiche relazionali e di coppia, coinvolgendo aspetti come la sessualità, di cui si parla raramente ma che rappresenta una ferita profonda per molte persone.
Nonostante il dolore, però, la capacità di adattamento dell’essere umano è straordinaria. Le persone e le famiglie che affrontano la malattia sviluppano spesso risorse inaspettate, trovando modi per convivere con la perdita e per coltivare la vita, anche in circostanze difficili.
È importante riconoscere il ruolo fondamentale dei familiari e delle persone vicine, che possono contribuire a creare momenti di leggerezza e piacere anche nel contesto della malattia.
Le storie raccolte attraverso i percorsi di supporto al lutto insegnano che la qualità della vita, oltre agli aspetti fisici, dipende moltissimo dalle relazioni. Anche se alcune persone scompaiono, è altrettanto vero che nuove presenze straordinarie spesso emergono, offrendo un sostegno prezioso e inaspettato.
Perdere una persona cara è un’esperienza che mette a dura prova il cuore e la mente. Per questo, dal 1982, tra i nostri servizi c’è anche quello che ci vede impegnati al fianco di chi affronta il difficile percorso dell’elaborazione di un lutto.
Offriamo supporto empatico e professionale e accompagniamo nelle diverse fasi che seguono la morte di una persona cara, con servizi mirati, interventi personalizzati e la promessa di esserci sempre.