Si può parlare con gli adolescenti di temi così complessi come la vita e la morte? Si può se si affrontano questi concetti con la giusta delicatezza e con il contributo di genitori e insegnanti, lasciando ai ragazzi la libertà di parlare spontaneamente delle proprie esperienze personali. È accaduto a noi di VIDAS con gli studenti delle classi terze della scuola media Luigi Majno di Milano, dove siamo stati invitati a parlare di malattia cronica, inguaribilità e cure palliative, raccontando la nostra attività accanto a chi percorre gli ultimi giorni di vita. A questo incontro hanno partecipato 270 ragazzi, con i quali si è sviluppato un interessante dialogo sui temi della separazione, della cura del malato, del dolore e del processo di fine vita.
Comprensibili timori, perplessità, interrogativi ci hanno accompagnato lungo la strada che ci ha condotto a questi incontri. Siamo invece rimasti piacevolmente stupiti dalla spontaneità e dalla profondità di alcune riflessioni dei ragazzi sui temi della vita e della morte. Molti di loro hanno messo per iscritto il loro punto di vista su queste tematiche così delicate: sono pensieri e spunti da cui prendere esempio, ecco perché ve ne proponiamo alcuni di seguito.
… non credo di aver mai affrontato il discorso della morte in modo così diretto. Se prima mi sembrava la cosa più terribile ora la vedo come una cosa naturale a cui l’uomo deve arrendersi. Ecco io da oggi vivrò la mia vita in modo positivo, senza rancore, voglio avere una morte serena, libera e circondata d’amore. La fine non esiste, l’amore sì ed è qui perché il bene genera bene. (Valentina, 3ˆ F)
… so quello che si prova ad assistere qualcuno che è malato. Ti senti impotente quando ti dicono che non ritornerà più quello di prima o che fra mesi non ci sarà più. L’ho provato sulla mia pelle e fa male… (Stefania, 3ˆ M)
… Grazie a questo incontro ho capito che cosa ho perso non stando vicino a mio nonno affetto da questa malattia. La mia lontananza era stata mascherata da un rispetto nei confronti del mio parente, ma lui non aveva bisogno di stare da solo, ma di contatti umani che gli ho negato. Se altre persone avranno bisogno della mia vicinanza, non commetterò lo stesso errore… (Matteo, 3ˆ F)
… ho capito come dovrò comportarmi quando, purtroppo, arriverà l’ora dei miei nonni. So che sarà un’esperienza dura, ma ora so che cosa mi attende e che cosa dovrò fare per far sentire i miei nonni a loro agio… (Gabriele, 3ˆ F)
Questo viaggio dentro l’adolescenza si è trasformato in un documentario intitolato “Vivere e morire: il punto di vista di un gruppo di ragazzi di terza media” realizzato dal regista Giovanni Covini e presentato anche al XVIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Cure Palliative.