La notizia dell’Ambrogino d’Oro che il Comune di Milano ha conferito a Giorgio Cosmacini è motivo d’orgoglio per l’intera famiglia Vidas che si raccoglie attorno a Giovanna Cavazzoni.
Il percorso culturale e formativo che è fondamento dell’opera quotidiana della nostra associazione non sarebbe tale senza gli stimoli e i contributi che da sempre vengono dal dottore “uomo di scienza e di coscienza” e illustre cattedratico.
Tuttavia, non ce ne voglia Cosmacini, quando lo ascoltiamo nelle sue appassionate riflessioni, quando lo seguiamo nei suoi affascinanti itinerari dentro le litterae humaniores, torna con insistenza alla memoria un’immagine della nostra fanciullezza, in particolare di coloro che hanno già percorso da quei giorni tanti e tanti lustri.
Ci pare di vederlo mentre appoggia l’orecchio esperto sulla nostra schiena di bimbe e bimbi, provocando un piccolo brivido. Ma è solo un’istante perché poi ci pervade una sensazione di piacere, come se quell’appendice fosse una morbida carezza. Un gesto accompagnato da un sorriso e in tempi lontani da una caramella a forma di pallina dal gusto alla frutta.
E poi quell’uomo, ormai parte di noi, si siede e apre un libro sul quale annota parole che non capiremmo anche se sapessimo leggere, ma che ci danno ulteriore conforto. Lui sa, lui è accanto a noi, è il dottore.
Lo immaginiamo, come s’è raccontato al sindaco Giuliano Pisapia nella bella cerimonia a palazzo Marino, giovane medico alla Barona negli anni in cui la città sapeva aprire le sue braccia a chi veniva da lontano e cercava lavoro e dignità. È in quella periferia della “sua” Milano che Cosmacini esercita il “mestiere” , come ama definirlo, fatto di dialogo, di ascolto, contrapposto non già alla tecnologia, ma a una cultura che tende a minimizzare l’esistenza come processo biologico.
Nei tanti anni trascorsi il bagaglio di conoscenze scientifiche e umanistiche del dottore s’è arricchito perché lo studio e la ricerca sono passioni d’una vita, ma la bussola del suo impegno è sempre rivolta al paziente, all’essere umano con il suo bagaglio di ansie e paure.
In quest’impegno sta la straordinaria modernità di Giorgio Cosmacini. Che di mestiere fa il medico.