Ricordate? Nella “puntata precedente” avevo introdotto questo tema: “Indizi per un ascolto emozionale“. Ascolto del malato, naturalmente. Sono soltanto spunti, e nulla vieta che possano agire anche dentro di noi, nell’occasione dell’approccio. Proseguiamo allora con alcuni temi, sempre associati ad immagini e letture. Ho cercato di tracciarli come un possibile sentiero che percorra sentimenti ed emozioni diverse. Emozioni che il malato può provare, ma che appartengono, senza “patologia” alcuna, a ciascuna delle nostre vite. Forse, pensando a quante costellazioni emotive noi stessi attraversiamo, nello stare vicino a chi ha poco tempo da vivere può cambiare un poco il passo, il modo dell’assisterlo.
Abiti
Dentro una cassa o in un mobile d’ebano prezioso riporrò e conserverò gli abiti della mia vita.
I vestiti azzurri. Poi quelli rossi, i più belli di tutti. Quindi quelli gialli. E infine di nuovo quelli azzurri,
ma assai più stinti questi ultimi dei primi.
Li conserverò devotamente e con molta pena.
Quando mi vestirò di nero, e abiterò in una casa nera, dentro una stanza oscura, ogni tanto aprirò il mobile con gioia, con desiderio e con disperazione.
Vedrò i vestiti e ricorderò la grande festa – che sarà definitivamente conclusa allora.
Definitivamente conclusa. I mobili sparsi in disordine nelle sale. Piatti e bicchieri frantumati a terra.
Tutte le candele consumate. Tutto il vino bevuto. Tutti gli ospiti andati. Qualcuno, stanco, se ne starà solo,
come me, in una casa oscura – altri più stanchi saranno già a dormire.
COSTANTINO KAVAFIS, La memoria e la passione, Un secolo di poesia,
Edizioni Corriere della Sera 2011
Arnold Böcklin (1827-1901)
L’isola dei morti (1880)
La memoria di una condizione di tristezza non è scolorita e indistinta; ma è, anzi, molto viva sulla scia delle risonanze emozionali che essa ha in sé e porta in sé. Nella tristezza normale, o motivata, le emozioni non si indeboliscono e nemmeno si cancellano, e così esse come sonde luminose ri-chiamano dal passato (dalla memoria) uno sciame di immagini e di esperienze che sarebbero altrimenti silenziose e acquattate.
EUGENIO BORGNA, Noi siamo un colloquio, Feltrinelli 1999
Edgar Degas (1834-1917)
L’assenzio (1876)
Troppo piccoli sono i desideri dell’animo
Troppo piccoli sono i desideri dell’animo
perché si deve poi morire e svanire,per il giovane è meglio guardar la morte
dal volto oscuro che l’onta patire.E se eterna fosse la vita
che senso avrebbe il coraggio,e se necessaria la morte,
che almeno non sia svilita.
AL-MUTANABBĪ, Poesia straniera (Araba), Edizioni La Biblioteca di Repubblica
Gustav Klimt (1882-1918)
Il bacio (1907)
Ricorda, corpo
Ricorda non solo quanto fosti amato, corpo,
non solo i letti sopra cui giacesti, ma anche quei desideri che per te
brillavano negli occhi apertamente,
tremavano nella voce – resi vani
da qualche impedimento casuale.
Ora che tutto è parte del passato, è come se ti fossi concesso
anche a quei desideri – ricordali brillare
negli occhi volti verso di te,
tremare nella voce, per te, ricorda, corpo.
COSTANTINO KAVAFIS, La memoria e la passione, Un secolo di poesia, Edizioni Corriere della Sera 2011