Il tema della morte è molto difficile da affrontare, perché ci obbliga a parlare anche di distacco, dolore e perdita dei nostri cari. Questo è ancora più vero quando gli interlocutori sono dei bambini, a cui è molto difficile dare risposte chiare e significative su un argomento tanto complesso anche per noi adulti. A questo scopo possono essere di grande aiuto i libri sulla morte per bambini: storie e albi illustrati attraverso i quali veicolare tematiche profonde e dare un senso anche alle emozioni più difficili. Grazie al contributo di Anna Spiniella, educatrice VIDAS, cerchiamo di spiegare in che modo dolore, perdita e morte vengono veicolati e spiegati nella letteratura per l’infanzia, concludendo con un’utile lista di libri suggeriti.
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Quando viene a mancare una persona cara, la famiglia tende spesso a tenere i bambini all’oscuro di ciò che sta accadendo, per evitagli un dolore e perché ritiene che i più piccoli non siano in grado di capire la morte ed elaborare un lutto. In realtà anche loro vanno coinvolti nel processo di cambiamento che inevitabilmente la perdita di una persona cara produce, altrimenti il rischio è che il bambino elabori il dolore in maniera autonoma e sbagliata. Anche perché già a partire dai quattro anni i bambini nominano la morte nei loro giochi simbolici e di drammatizzazione. Sarà capitato a tutti noi di sentire un bambino dire “ti uccido, sei morto” mentre gioca a rincorrersi con un coetaneo. Sono quindi spesso pronti ad interrogarsi su questi temi, anche se non hanno mai perso una persona a loro cara. Siamo noi adulti che dobbiamo invece farci trovare preparati alla possibilità che ci arrivino, da parte dei bambini, domande che riguardano direttamente la morte ed il morire.
In questo le storie e gli albi illustrati per bambini possono diventare uno spazio privilegiato per parlare di finitudine e aiutare i genitori ad affrontare tematiche così delicate e profonde, che possono presentare un certo rischio emotivo.
I libri possono aiutare ad avviare un dialogo con il proprio bambino, anche sul tema della morte. Il racconto può essere una via d’accesso privilegiata per entrare nei suoi pensieri e portarlo all’identificazione con i personaggi del libro, partecipando emotivamente alle vicende narrate e riconoscendo le proprie sensazioni come simili a quelle dei protagonisti. Ogni lettore quando legge, in un certo senso, legge sé stesso. L’opera dello scrittore può diventare quindi uno strumento per guardare alle cose della vita da altre prospettive, aiutandoci a dare un nome ai sentimenti e quindi a poterne parlare in libertà.
La narrazione produce senso, consente di affrontare i conflitti e di prefigurarne le soluzioni, concedendo un decentramento emotivo, che permette di far ripercorrere i momenti della vita, che diventano storia presente. Questo approccio educativo si pone l’obiettivo di far sentire meno soli i soggetti coinvolti, grazie alla condivisione di emozioni che possono essere nominate e riconosciute. Attraverso la lettura i bambini imparano che per superare la paura occorre far amicizia con l’emozione stessa, ripetere tante volte la lettura di una storia spaventosa o triste, fino al punto che l’emozione scaturita dalla narrazione non diventa familiare.
I genitori sono i primi conoscitori dei loro bambini e possono avere un ruolo cruciale nel processo educativo verso l’elaborazione del concetto di finitudine. Infatti, uno degli obiettivi principali della letteratura per l’infanzia sulla morte è quello di far sentire ai bambini che siamo a loro disposizione per intessere conversazioni che parlano di cose serie, di cose “da grandi” come spesso sentiamo dire, per fargli capire che siamo lì per loro e che siamo intenzionati ad accogliere qualsiasi domanda vogliano farci. In sostanza per non farli sentire soli davanti ad un concetto che spaventa tutti.
Come abbiamo visto, la letteratura per l’infanzia invita il lettore a partecipare ad un viaggio in cui non rimanere semplice passeggero, ma diventare protagonista, co-autore. Come nel caso del libro “La scatola dei ricordi” di Joanna Rowland, in cui la bambina protagonista costruisce una scatola in cui conservare tutti gli oggetti che le permettono di ricordare ed elaborare la perdita di una persona cara. Nel racconto non viene dato un volto alla persona per la quale la bambina è in lutto, proprio per facilitare l’identificazione del lettore con le emozioni provate dalla protagonista e permettere ai genitori di adattare la storia a qualunque situazione ci si trovi a dover affrontare.
Leggere un libro con un bambino aiuta ad instaurare un legame con lui, ad entrare in intimità: leggere insieme ci aiuta a trovare parole in comune che fanno bene, parole di amore e di speranza. Per questo di seguito vi indichiamo una lista di albi illustrati consigliati dalla nostra educatrice, che possono aiutare il bambino nel processo di conoscenza della finitudine ed eventualmente anche nell’elaborazione di un lutto, ma che non possono essere letti in autonomia, perché questo è un percorso di scoperta che va svolto insieme, fianco a fianco