Diventare medico palliativista significa entrare a far parte di un’équipe multidisciplinare che prende in carico il paziente e la sua famiglia soprattutto nel tratto finale della sua esistenza, quando la malattia di cui è affetto non è più guaribile. Giada Lonati, direttrice sanitaria di VIDAS, ha spiegato bene qual è il ruolo del palliativista nel corso del suo intervento al TEDx di Rimini, di cui riproponiamo alcuni passaggi per ispirarci alle sue parole nel restituire il senso di questo lavoro.
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Il palliativista è il medico specializzato in cure palliative. Ciò significa che si occupa di curare quando non si può più guarire, quindi interviene sul controllo dei sintomi della malattia, avendo come obiettivo una migliore qualità di vita per il paziente e per i suoi cari. In questo delicato momento dell’esistenza sopraggiunge l’esigenza di ricevere un supporto che lenisca il dolore, inteso non solo come esperienza fisica e clinica, ma come processo esistenziale.
“Prendersi cura significa occuparsi del dolore fisico, ma anche di quello psicologico, sociale e spirituale, perché non moriamo come malati, ma moriamo come esseri umani, come persone” ci spiega Giada Lonati nel suo intervento.
Luigina Mortari, filosofa e autrice del libro “Filosofia della cura” afferma che “avere cura significa cercare un ritmo buono per camminare nel tempo insieme”. Esattamente questa è la missione del medico palliativista: diventare terapeuta, nel senso di mettersi al servizio del malato per percorrere insieme quel tratto di strada che per ciascuno di noi è diversa.
“Io sono un medico palliativista”.
Così esordisce la dottoressa Lonati, specificando la scelta di usare il verbo “essere” invece del verbo “fare”. E non perché sia convinta che fare il medico sia una scelta vocazionale, ma perché ritiene che accompagnare le persone soprattutto nel tratto finale della loro vita rappresenti un percorso dello spirito, che ha cambiato davvero il suo dna, tanto da rappresentare un tassello importante del suo “essere persona” prima che medico.
Ecco il video integrale dell’intervento:
La Società Italiana di Cure Palliative (SICP) ha pubblicato nel 2012 “Il Core curriculum del medico palliativista”, in cui vengono delineate quali sono le competenze necessarie che qualunque medico deve acquisire per lavorare nell’ambito delle cure palliative.
La mappa delle competenze di un medico palliativista include le seguenti capacità:
Il medico di cure palliative pediatriche si prende cura del bambino all’interno del suo nucleo familiare con l’obiettivo di garantire una buona qualità di vita, anche attraverso la possibilità di vivere piccoli momenti di normalità. Vuole dire ad esempio che un papà possa riuscire a mantenersi in relazione con il suo bambino nonostante la presenza di presidi, di cateteri, di tubi, e possa arrivare a prendere in braccio la sua bambina senza che questa bambina abbia dolore. Quindi si tratta di lavorare per riuscire a mantenere una relazione, oltre le parole, mettendo energie per coprire dei sintomi, a volte molto complessi. Per farlo, il medico ha bisogno del supporto di tutti gli altri operatori: infermieri, volontari, assistenti sociali, fisioterapisti, logopedisti e psicologi ed educatori, che tutti insieme concorrono per il miglioramento delle condizioni fisiche, psicologiche e spirituali del bambino.
Giovanna Visconti, medico dell’équipe pediatrica VIDAS, in questo video ci spiega bene il senso profondo del lavoro del palliativista pediatrico:
A luglio è stato approvato il decreto-legge 19 maggio 2020 che, tra le varie novità in ambito sanitario, ha istituito la Scuola di Specializzazione in Medicina e Cure Palliative, a cui possono accedere i laureati in Medicina e Chirurgia. Fino ad allora non esistevano infatti percorsi formativi specifici per diventare medici palliativisti e l’unico modo per specializzarsi in questo ambito era prevedere una formazione post-laurea in una delle specializzazioni identificate come equipollenti: Anestesia e Rianimazione, Ematologia, Geriatria, Malattie Infettive, Medicina Interna, Neurologia, Oncologia, Pediatria, Radioterapia.
Si tratta di un traguardo molto importante, che sancisce definitivamente il valore e la necessità delle cure palliative anche nel nostro paese, un tassello in più verso il riconoscimento del lavoro di tutti i professionisti e i volontari che ogni giorno sono al fianco dei malati inguaribili. Lo conferma anche il Ministro della Salute Roberto Speranza, che ha usato queste parole per comunicare sulla sua pagina Facebook l’istituzione della nuova scuola di specializzazione in cure palliative:
Nei momenti più difficili della vita, quelli terminali, avere un Servizio Sanitario Nazionale all’altezza è ancora più…
Posted by Roberto Speranza on Thursday, 16 July 2020