La musicoterapia è una forma di terapia espressiva che utilizza musica e strumenti musicali per scopi terapeutici, con l’obiettivo di migliorare il benessere psicologico, emotivo, fisico e spirituale delle persone.
Negli ultimi anni, si è rivelata particolarmente efficace nel fornire comfort e sollievo a coloro che affrontano malattie inguaribili, sia adulti che bambini. Ne abbiamo parlato con Letizia Casella e Silvia Meroni, musicoterapeute in VIDAS.
Nell’ambito delle cure palliative, “la musicoterapia può offrire benefici in termini di miglioramento del tono dell’umore, di rilassamento e di riduzione dell’ansia e dello stress, sia nei pazienti sia nei loro familiari,” spiega Letizia.
Inoltre, apre un canale espressivo che consente anche a coloro che hanno difficoltà a comunicare con le parole di trovare un modo per condividere le proprie emozioni. “L’intervento di musicoterapia utilizza il suono e la musica, e in generale tutti i codici della comunicazione non verbale, come mediatori della relazione terapeutica. Entrando in rapporto con i pazienti attraverso l’ascolto musicale e, quando la situazione lo consente, anche attraverso la pratica attiva della musica, è possibile far sperimentare loro dei momenti di benessere nel presente, per quanto faticoso esso possa essere. E suscitare emozioni, richiamare ricordi, ripercorrere e condividere la storia di ognuno, in modo potente ma al tempo stesso mediato e sublimato dall’esperienza musicale”.
Lo stesso approccio è applicabile anche con i pazienti pediatrici, spesso nati con gravi patologie che non consentono l’espressione verbale. “Grazie alla musicoterapia e alla possibilità che offre di poter comunicare senza parole riusciamo a cogliere i mondi interiori dei bambini. A vedere la loro espressività, le loro caratteristiche”, continua Silvia.
“In Casa Sollievo Bimbi utilizzo soprattutto l’arpa, che si può avvicinare o addirittura posizionare sul lettino, consentendo al paziente di sperimentare in prima persona il suono e di godere direttamente delle vibrazioni delle corde”.
Proprio grazie alle vibrazioni, anche i bambini sordi possono beneficiare delle attività di musicoterapia. All’arpa si aggiungono le campane tibetane, spesso associate al suono dell’acqua versata in ciotole di legno, e talvolta il pianoforte o le piccole percussioni.
In Casa VIDAS, invece, la musica cambia. “Nelle sedute collettive, la chitarra è un ottimo strumento di accompagnamento, perché contribuisce a creare integrazione nel gruppo e anche buonumore, essendo associata, nella nostra cultura, al ritrovarsi e all’intrattenersi in compagnia”, dice Letizia. “Mi è anche capitato che a un paziente, che suonava la chitarra ma non la toccava da anni, sia tornata la voglia di prenderla in mano e provare a suonarla!”.
Nelle sedute individuali, dove si avverte di più la fatica e la tensione, la musicoterapeuta di Casa VIDAS trova invece utile “lavorare con i suoni naturali. In particolare col suono dell’acqua, che è un suono ancestrale e come tale può avere un effetto calmante e rasserenante. Per questo motivo lavoro spesso con l’ocean drum e altri strumenti che riproducono il suono dell’acqua”.
La musicoterapia è solo una delle attività ricreative e culturali proposte ai pazienti degli hospice Casa VIDAS e Casa Sollievo Bimbi.
All’interno degli spazi delle due strutture sono proposte ogni settimana diverse esperienze per promuovere il benessere e la salute della persona attraverso la sua partecipazione ad attività della vita quotidiana. Anche la pet therapy, la clownterapia e l’arte terapia, rientrano nell’ambito di queste attività diversionali, che hanno lo scopo di mettere al centro dell’attenzione il paziente come persona, prima che come malato.
Tutte esperienze che ben si conciliano con le esigenze di chi affronta un percorso di cure palliative.