Considerare nuovi punti di vista, come quello di chi guarda la terra dalla luna. Accogliere la precarietà che deriva dal cambiamento, cercando l’equilibrio come il funambolo sulla corda. Imparare a leggere i sogni per decifrare i nostri sentimenti. Accettare la nostra vulnerabilità e allo stesso tempo provare a superare i nostri limiti. Sono solo alcune delle riflessioni al centro di INCONTRO. Il festival culturale di VIDAS, chesi tiene sabato 21 e domenica 22 ottobre 2023 al Teatro Franco Parenti di Milano.
Un fine settimana di performance artistiche e teatrali, lezioni magistrali, laboratori e dialoghi, nelle diverse sale del teatro e nel foyer, con 40 ospiti tra cui la scrittrice Chiara Gamberale, l’antropologo Marco Aime, i filosofi Salvatore Natoli, Leonardo Caffo e Ilaria Gaspari, il botanico e neurobiologo Stefano Mancuso, lo psichiatra Paolo Milone, il funambolo Andrea Loreni, l’astronauta Umberto Guidoni, l’autrice Gabriella Caramore e l’atleta paralimpico Daniele Cassioli.
Ci sarà inoltre la possibilità di partecipare, la sera del sabato alle ore 20.30, a La Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte), performance ideata nel 2010 dal collettivo Lu Cafausu ed eccezionalmente adattata alla suggestiva cornice dei Bagni Misteriosi del Teatro Franco Parenti.
Il Festival nasce per riflettere sul valore dell’incontro che è anche alla base della relazione di cura tra gli operatori VIDAS e le persone con malattie inguaribili che l’organizzazione assiste ogni giorno da oltre 40 anni. Tema di questa seconda edizione è viveremorire come ciclicità di due elementi indissolubilmente connessi e fondamento dell’esistenza di ciascuno. Gli appuntamenti del Festival si propongono così di celebrare il coraggio di guardare ciò che si tende a fuggire, di riconoscere la bellezza del darsi tempo, di lasciare andare qualche certezza.
“La seconda edizione del festival culturale, INCONTRO, porta un titolo audace ma non provocatorio perché la nostra intenzione è di toccare, non di scuotere, e aprire uno spazio di condivisione con gli altri. Come per il debutto, che lo scorso maggio celebrava i 40 anni di VIDAS, abbiamo scelto uomini e donne che esprimessero un pensiero forte attorno alla cura e alla sua etica, che implica rispetto e dedizione, assunzione di responsabilità nei confronti dei bisogni e dei desideri dell’altro. Perché viveremorire è un incontro, e il più importante, quello che mette a nudo la nostra fragilità e la nostra verità ultima, insopportabile se non nel legame che ci affratella e costruisce il noi”. Così Raffaella Gay, direttrice comunicazione istituzionale e discipline umanistiche VIDAS, spiega il senso di ripetere l’esperienza del festival e farne un appuntamento per la città, nel solco della sensibilizzazione culturale che VIDAS da sempre affianca alla missione assistenziale.
Il programma completo è disponibile sul nostro sito. Tutti gli eventi sono gratuiti con prenotazione obbligatoria.
TUTTI GLI APPUNTAMENTI NEL DETTAGLIO
SABATO 21 OTTOBRE – La giornata si apre alle 9 con Il diritto di scegliere. Essere consapevoli, essere liberi,due laboratori, condotti in collaborazione con La Fabbrica, dedicati aglistudenti delle scuole secondarie superiori che, attraverso la metodologia del debate, potranno scoprire i contenuti della legge 219 che regola la sottoscrizione del biotestamento.
Si prosegue alle 11 con Pensieri in bottiglia, uno spazio narrativo guidato da Francesca Brandolini, psicologa e psicoterapeuta VIDAS, e Marta Scrignaro, pedagogista VIDAS, in cui ascoltarsi intimamente e raccontarsi attraverso molteplici canali espressivi: poetici, corporei e grafici. Per partecipare sono richiesti un abbigliamento comodo e una giusta dose di leggerezza.
Alle 11:30 si svolge il primo dei due workshop Cosa ci dicono i sogni? guidati da Franca Fubini, psicologa e presidente di Social Dreaming International Network. Durante l’incontro, grazie alla metodologia che utilizza i contenuti onirici per comprendere gli stati d’animo, ciascuno è invitato a esplorare i sogni che verranno raccontati attraverso associazioni libere, ricordi, immagini, metafore. Il secondo incontro è domenica alla stessa ora; è possibile partecipare a entrambe le sessioni oppure a una sola.
Alla stessa ora chiacchiere e una dolce colazione offerta a tutti in compagnia del filosofo Salvatore Natoli e di Andrea Loreni, unico funambolo italiano specializzato in traversate a grandi altezze. In-stabilitas, questo il nome dell’appuntamento, vuole essereun dialogo per e con il pubblico sul filo della perdita delle certezze, fisiche, affettive e psicologiche, lungo le varie età della vita. Conduce Valeria Cantoni Mamiani, formatrice e presidente di Leading by Heart.
Dalle 14:30 e per tutto il pomeriggio, sarà visitabile la video installazione Rituale numero uno dell’artista visivo Angelo Vignali. L’opera, un video girato in slow motion con una Super8, esplora la relazione tra l’artista e il padre scomparso a partire dalla ripetizione di un’azione performativa e da un oggetto, una camicia bianca, appartenuta a quest’ultimo.
Alle 14:30 è anche la volta de Il tempo paziente, dialogo tral’autrice e saggista Gabriella Caramore e lo psichiatra Paolo Milone. Modera Veronica Notarbartolo, presidente della Fondazione Marzotto. In un tempo che ha come misura la fretta, la pazienza sembra inattuale eppure così necessaria. Occorre però uscire dal pregiudizio che la considera un atteggiamento rinunciatario e malinconico per restituirle il connotato di attenzione al patire di chi soffre e di passione per tutto ciò che è vita.
Alle 15 si tiene Guardare la terra dalla luna conl’astronauta Umberto Guidoni e Ilaria Gaspari, filosofa e scrittrice. Questo incontro è un viaggio al di là dei confini terrestri visti con gli occhi di un uomo che ha danzato con le stelle e di una filosofa che alza lo sguardo per ampliare la visione, per passare dall’io al noi.
È invece alle 16 Raccontare l’indicibile. Vivere e morire sui fronti dell’emergenza in cui due reporter che attraversano contesti di emergenza raccontano, con parole e immagini, l’inenarrabile a cui sempre più spesso siamo assuefatti. Sono Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale, e Franco Pagetti, fotoreporter. Modera Giangiacomo Schiavi, editorialista Corriere della Sera.
Si tienealle 17 nel foyer del teatro la lezione magistrale Lasciare che le cose accadano. L’intelligenza organica con il botanico e neurobiologo Stefano Mancuso. La natura è maestra nell’insegnare la circolarità dell’esistenza: il vivere e il morire sono compresenti nel passaggio delle stagioni, dove ogni foglia che cade nutre il germoglio che rifiorirà a primavera. In questo incontro lo scienziato offre ai presenti uno sguardo rivoluzionario sul pianeta e sull’umanità che lo abita.
Alle 18:30 è la volta di Immortali in cui il filosofo e scrittore Leonardo Caffo costruisce una riflessione filosofica sulla coscienza come fondamento della mortalità. Dopo un intermezzo musicale di Manuel Buda, è lo psichiatra e psicoanalista Vittorio Lingiardi a riportare il pubblico alla propria dimensione umana e alla dialettica tra la psiche e lo scorrere della vita.
Alle 20:30 INCONTRO si sposta ai Bagni Misteriosi per La Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte) del collettivo Lu Cafausu con Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti, Luigi Presicce e le musiche di Canedicoda. Una performancesite specific che elabora il pensiero della fine come trasformazione e soglia. Quando si ha a che fare con la morte, si tratta sempre della morte degli altri: la contemporaneità sembra infatti aver perduto la consapevolezza di un destino ineluttabile, che rende tutti profondamente simili. La Festa dei Vivi è un’occasione di incontro e dialogo con i morti, la creazione di un territorio comune dove, attraverso la pratica artistica, emerge un nuovo significato proprio da ciò che normalmente viene considerato impossibile.
DOMENICA 22 OTTOBRE – La mattina si apre alle 11 con Silenzio, dialogo tra la scrittrice e autrice Chiara Gamberale ed Enzo Bianchi, monaco e fondatore della Comunità di Bose. Modera Ferruccio de Bortoli, giornalista e presidente VIDAS. Nel silenzio nascono le domande più profonde ma spesso anche l’incomprensione. Su questo tema si confrontano le sensibilità di un uomo di fede e di una scrittrice che ama conoscersi e conoscere gli altri.
È dedicato ai bambini dai 6 agli 11 anni il laboratorio creativo Stavo pensando che si tiene alle 11:00. Condotto da Stefania Casiraghi e Michele Luchetti, pedagogisti e attori, l’incontro è l’occasione per far vivere ai più piccoli un viaggio esperienziale in cui trovano posto sogni ed emozioni. Contemporaneamente Anna Spiniella, pedagogista VIDAS, tiene un incontro con i genitori dei bambini presenti al laboratorio, aperto anche a educatori, insegnanti e a tutti gli adulti interessati dal titolo Ti ascolto. Qui viene dato spazio alla riflessione sulle domande dei più piccoli, si parla di emozioni, relazioni tra adulti e bambini, perdita.
Corpo mio, (im)perfetta bellezza è l’appuntamento delle 12 che vede dialogare insieme Daniele Cassioli, atleta paralimpico, Giada Lonati, medico palliativista e direttrice sociosanitaria VIDAS, Aureliano Stingi, ricercatore in cancer biology e divulgatore. La società richiede livelli sempre più alti di prestazione: sul piano estetico, sociale, professionale. Ma è proprio dalla vulnerabilità che nascono la capacità di ascolto, l’empatia e la spinta a superare i propri limiti.
Sempre alle 12 nel foyer del teatro Nello Cristianini, professore di Intelligenza Artificiale all’Università di Bath, e Ferruccio de Bortoli dialogano nell’incontro dal titolo Umano e non umano. Convivere con una nuova forma di intelligenza. In uno scenario mutevole in cui il rapporto tra umano e digitale apre a questioni etiche importanti, si rende necessario indagare e non semplicemente demonizzare questo legame.
Alle 12:30 il collettivo Lu Cafausu incontra il pubblico per riflettere sul ruolo che l’arte può avere nella percezione individuale e collettiva della mortalità.
Conclude il Festival, alle ore 13, l’incontro Il cibo che nutre, il cibo che siamo. Seduti a tavola e accompagnati dall’antropologo Marco Aime, si compie un rito laico che celebra il nostro essere mangiatori culturali. Abbiamo caricato il cibo di valori morali, etici, religiosi, conviviali. Il cibo è il carburante necessario al corpo per funzionare, ma non solo. Un cibo deve essere anche buono da pensare, deve soddisfare l’appetito fisico ma anche quello simbolico. Un momento conviviale e drammaturgico aperto alla partecipazione dei commensali. Il pranzo ha un costo di 25 euro a persona, da versare direttamente a teatro.
È possibile richiedere le immagini dei protagonisti del Festival scrivendo un’email a Daniela Nava – Responsabile Ufficio Stampa: daniela.nava@vidas.it