Ci sono libri che vanno centellinati, come certi vini da meditazione, che riscaldano il cuore alleggerendolo e che si vorrebbe restassero a farci compagnia a lungo.
Così è stato per me “Sono vivo, ed è solo l’inizio – Riflessioni filosofiche sulla vita e sulla morte” di Laura Campanello.
Questa giovane filosofa, che si occupa di accompagnamento alla malattia e al lutto di pazienti oncologici e affetti da SLA, ci conduce con un linguaggio chiaro e semplice, accessibile veramente a chiunque – e questo è ciò che rende il testo ancora più prezioso – in una riflessione sui tempi ultimi. Lo fa riconoscendo l’umanità che ci accomuna, la paura, la fragilità ma anche la grande forza che deriva dal poter condividere l’unica certezza della vita ovvero che moriremo. L’invito è a partire da questo per restituire al nostro mondo, così imbarazzato di fronte alla morte e alla sofferenza, parole nuove che aiutino i più fragili ad esprimere il proprio dolore e ad esercitarci tutti nel ricordare che il limite è quello che dà senso al nostro presente.
Una riflessione misurata sulla finitezza e la consapevolezza che tutto ha un orizzonte non bastano forse per arrivare pronti alla morte, ma servono in primis per essere pronti a vivere consapevolmente il proprio qui e ora.
Un libro bellissimo, intenso, utile per stare meglio e quindi per diventare anche operatori migliori.