Il reparto fumetti delle librerie mi attrae sempre e lì ho trovato, in una pigra giornata d’estate, “La storia delle mie tette”. L’irriverente graphic novel di Jennifer Hayden guarda alla vita da un punto di vista del tutto originale: il seno della protagonista, anzi le sue tette.
Ogni capitolo porta un titolo rapportato a una fase dell’organo femminile, a partire dal primo in cui racconta la sua adolescenza con l’emblematico titolo “Niente tette”. Ma quella che scorre tra le pagine, vignetta dopo vignetta, è l’intera vita delle protagonista che è poi la stessa autrice, con le gioie e i dolori – tra cui il cancro che ritorna più volte nella storia.
In un primo momento, indubbiamente, ad attrarmi sono stati il titolo e il formato originale, di forma quadrata per allinearsi alla struttura delle tavole. Ma una volta iniziato sono stata catturata dalla storia, raccontata in ogni momento con totale schiettezza e senza essere edulcorata nemmeno nei passaggi più difficili.
“La storia delle mie tette” è un’autobiografia che per il suo bizzarro punto di vista strappa più di un sorriso, ma fa anche riflettere su quanti diversi punti di vista ci siano per analizzare la nostra esistenza. Mai, per esempio, mi ero soffermata a pensare all’importanza delle “tette” nel percorso di vita di una donna, ma vignetta dopo vignetta mi ritrovavo a condividere il pensiero che fosse intimamente legato al percorso di crescita, come ben sottolineato nella postfazione del dott. Alberto Costa di cui vi cito un passaggio:
Il seno è l’unico organo che non è presente alla nascita. Così questa parte del nostro corpo così importante comincia subito a mettere in chiaro di essere qualcosa di molto speciale.
Compare alla pubertà, con lo sviluppo, se siamo femmina, e con la sua atrofia, se siamo maschi. […]
Parte del corpo che cresce “già da grandi”, bellissima, piena di significati, causa di vanto e vanità se ci piace come donne oppure di preoccupazione e rabbia se non è come vorremmo, diventa presto strumento indispensabile di seduzione e di consolazione fino a quando nutrirà un’altra vita e poi, con l’arrivo della menopausa, farà crescere la paura di ammalarsi.
Oggetto del desiderio per noi maschi, eterna nostalgia del calore morbido che ci nutriva e ci accompagnava nel sonno, diventa anche per noi preoccupazione crescente quando qualcosa di strano accade nel seno della nostra compagna.