È morto nella sua Milano Fulvio Papi, uno dei grandi maestri della filosofia contemporanea. Lo ricordano negli scritti che seguono Silvana Borutti, Silvia Vegetti Finzi e Roberto Cenati.
Con Fulvio perdiamo un grande amico che ha illuminato in tanti anni, attraverso le sue riflessioni, la narrazione di VIDAS. Membro del Comitato Scientifico fin dai primi anni, da una vita al nostro fianco quale appassionato sostenitore e animatore del dibattito culturale, resterà per noi incancellabile punto di riferimento sui temi dell’umano cammino.
È morto nella sua Milano Fulvio Papi, uno dei grandi Maestri della filosofia contemporanea. Ultimo allievo della scuola di Banfi, prima di dedicarsi unicamente all’insegnamento e alla ricerca aveva seguito la propria vocazione all’impegno politico e civile: aveva lavorato alla terza pagina dell’Avanti e, giovanissimo, ne era diventato vicedirettore. Tornato, ha insegnato Filosofia teoretica all’Università di Pavia dal 1965 al 2000.
Nel libro del 2021, Cielo d’autunno, che considerava il suo testamento filosofico, definisce la sua filosofia come una “teoria della relazione”, capace di dar senso alla realtà e di prendersi cura della città con impegno morale, civile e politico.
Dopo importanti studi su Giordano Bruno, Kant, Hegel e Marx, ha dato importanti contributi alla filosofia contemporanea. La sua filosofia si è aperta inoltre a vari ambiti quali l’antropologia, la psicoanalisi, la sociologia e l’economia.
I suoi scritti degli ultimi decenni mettono in dialogo la filosofia con i linguaggi creativi (poesia, letteratura, arte, architettura) teorizzando, con Carlo Sini, la filosofia come pratica di scrittura.
Con Mario Vegetti ed altri colleghi ha costruito, dagli anni Settanta ai primi anni Duemila, la stagione più felice della filosofia a Pavia quando l’insegnamento in aula si accompagnava a un’atmosfera irripetibile di dialogo che coinvolgeva docenti e studenti.
Negli ultimi decenni della vita Papi ha condotto una ricerca memoriale sistematica che comprende saggi storici, scritti narrativi e ricordi autobiografici che rievocano l’educazione ricevuta e la formazione della sua lunga fedeltà ideale e politica.
Alla sua concezione aperta e diffusiva dell’impegno filosofico va attribuito il manuale: Vegetti, Alessio Fabietti, Papi, Filosofie e società che, dagli anni ’70, ha formato generazioni di liceali. Silvana Borutti, sua allieva ed erede, ha proseguito e ampliato il suo ambito di ricerca sino al 2016, quando, dopo il pensionamento, le è succeduto Luca Vanzago.
Papi è stato promotore e animatore di Istituzioni culturali intorno a cui si raccoglie la Milano progressista quali: la Fondazione Corrente, la Casa della Cultura e VIDAS dove, sin dagli anni ’80, ha contribuito con la fondatrice Giovanna Cavazzoni e l’allora presidente del Comitato Scientifico VIDAS Alberto Malliani, a elaborare una prospettiva di impegno civile e culturale, ispirata a principi di responsabilità e di solidarietà.
Le sue idee e il suo esempio sono destinati a continuare ma ci mancherà la sua presenza attenta e discreta, la sua generosa attenzione a valorizzare le capacità e promuovere le potenzialità di ognuno. Senza di lui Milano sarà più povera e noi più soli.
Silvana Borutti, docente di Filosofia Teoretica, Università di Pavia
Silvia Vegetti Finzi, psicologa, pedagogista e membro del Comitato Scientifico VIDAS
Fulvio Papi, nato a Trieste il 16 agosto 1930, ci ha lasciato nella notte.
Professore emerito di Filosofia teoretica all’Università di Pavia, ha insegnato in quell’ateneo per 35 anni. La notizia mi ha profondamente addolorato. Con Fulvio perdiamo un protagonista della vita culturale del nostro Paese, un riferimento indispensabile per tutti noi. Politicamente attivo nella corrente lombardiana del PSI, segue un percorso che lo vedrà assumere la vice-direzione dell’Avanti! Nel 1963 si dedica all’insegnamento universitario che lascerà solo nel 2000. Presidente Onorario della Casa della Cultura, è insignito del titolo di Professore Emerito dall’Università di Pavia e dell’Ambrogino d’oro quale cittadino benemerito della Città di Milano.
Ho avuto il privilegio di conoscere Fulvio. Un paio di anni fa Fulvio ha chiesto l’iscrizione all’Anpi con una lettera che conserverò sempre tra i miei documenti più preziosi. Nella lettera, avente come oggetto “Domanda di iscrizione all’Anpi”, Fulvio scrive: “Nel periodo 1942-45 ero studente presso il collegio Rosmini di Stresa, appartenevo a una famiglia di tradizione antifascista, politicamente socialista. Ho fiancheggiato idealmente (data l’età) la formazione partigiana 7a Brigata Stefanoni che dal marzo 1944 si andava costituendo nella zona tra Signese e il Mottarone. Il suo ultimo comandante fu lo studente di Medicina Renato Boeri, poi celebre neurologo, che dal dopoguerra divenne un amico carissimo che ho seguito sino all’ultimo giorno e commemorato come direttore dell’Istituto Besta. Divenni anche amico fraterno di Aldo Aniasi, allora comandante Iso. Iso, con grande generosità, mi associava alle riunioni partigiane che un tempo si tenevano in occasione del premio Omegna.” La lettera si conclude così: “Una comprensibile ragione di pudore – dato che Fulvio, giovanissimo, non aveva partecipato alla Resistenza – mi consigliava di non chiedere l’iscrizione all’Anpi. Ma ora il tempo è troppo breve.” Non avevo perso un minuto di tempo, dopo avere ricevuto la lettera di Papi. Mi ero subito precipitato nella sua abitazione e da allora sono iniziati, in modo costante, colloqui e incontri, per me estremamente importanti e formativi. Ho incontrato Fulvio il 22 luglio scorso. In quell’occasione Fulvio mi ha raccontato degli anni dell’occupazione nazifascista a Stresa e di avere avuto più paura delle Brigate nere fasciste che degli stessi tedeschi. Ci eravamo sentiti qualche giorno fa. In quell’occasione Fulvio mi aveva espresso, come sempre, con grande lucidità e chiarezza, le sue preoccupazioni per l’escalation del conflitto in Ucraina e per il minacciato ricorso all’uso di armi nucleari, che segnerebbero la distruzione della vita sul nostro pianeta. Ai familiari esprimo anche a nome dell’Anpi Provinciale di Milano commossa e affettuosa vicinanza.
Roberto Cenati – Presidente Anpi Provinciale di Milano