di Daniela de Benedetti, paziente Long Day di VIDAS
Grande entusiasmo, gridolini di gioia: sì, eravamo tutte felici del progetto proposto, cioè una visita guidata a Brera, la famosa Accademia di Belle Arti, nonché Museo, tenacemente voluto da Maria Teresa d’Austria.
Data fissata, pulmino che era passato a ‘raccattarci’ tutte, insieme con i nostri due accompagnatori, Sergio e Mauro. Pronti? Via!
L’arrivo è di quelli da persone importanti: nel cortile ci aspetta la nostra guida, Francesco, che ci porta tutti al bar del Museo, offrendoci un delizioso e profumato caffe.
Chiacchieriamo un po’, tanto per conoscerci, quindi ha inizio il nostro viaggio nel mondo dell’arte, del sapere, della bellezza.
La scelta di Francesco è d’obbligo, d’altra parte sono 38 le sale della Pinacoteca (felicemente riallestite), cariche di quadri e pale. Il nostro ‘anfitrione’ opta per cinque tele: un Gentile Bellini e la sua Predica di San Marco ad Alessandria d’Egitto, un telero tra i più grandi che esistano, l’occasione di un racconto ricco e particolareggiato, quasi una cronaca del tempo.
Quindi ci fermiamo incantati di fronte al celeberrimo e straordinario Raffaello nello Sposalizio della Vergine, dove spicca in primo piano il pretendente che spezza per rabbia il bastone non fiorito, segno appunto che la sua – diciamo così – candidatura era stata bocciata dal destino, e poi i due gruppi di uomini e donne ‘separati’, secondo la legge di Mosè, valida tuttora nelle sinagoghe.
Per passare al Caravaggio e alla sua perenne ricerca della luce nella Cena in Emmaus, al maestro della prospettiva Piero della Francesca e alla sua enigmatica Madonna dell’uovo, una pala carica di significati.
Ed eccoci arrivati all’ultimo quadro di questa fantastica mattinata al Museo di Brera: Il bacio di Francesco Hayez. Dice la nostra gentilissima guida che moltissimi ragazzi vengono a Brera solo per vedere questa opera che parla di passione, di emozione.
Osservo il nostro gruppo intento a fissare la tela e mi scopro a pensare che forse ciascuna di noi ricorda un bacio furtivo, un bacio clandestino, oppure il bacio di colui che sarebbe poi diventato l’uomo della vita, il compagno, il marito? Chissà!
Il rientro in sede è carico di allegria: passiamo per le vie del centro, parliamo, parliamo…Ma a questo punto qualcuno chiede: “Ci avranno lasciato qualcosa da mangiare?”. Risposta unanime “Speriamo di sì!”. Siamo tutti tornati coi piedi per terra.