“Mettetevi comodi, la mia vita è un po’ come un film,” è quello che ha detto Elisa a Maura [Degl’Innocenti, medico palliativista] e Sergio [Borelli, psicologo] per sdrammatizzare la situazione durante il loro primo incontro allo Sportello Biotestamento di VIDAS.
Elisa, che oggi ha 29 anni, è stata a contatto con la morte da molto piccola, “Ho amato persone che all’improvviso non ci sono state più,” spiega con tranquillità. “Il primo lutto che ho vissuto è mia nonna a quasi 13 anni, che però era la mia figura materna, perché i miei genitori non c’erano mai. E poi, dopo due anni, è venuto a mancare all’improvviso il mio papà, la mia figura genitoriale di riferimento”.
In seguito a queste esperienze dolorose, Elisa sviluppa un disturbo alimentare che fortunatamente riesce a risolvere – “ho fatto un sacco di terapia nella mia vita” – oggi è una nutrizionista. Lavora sia con persone affette da disturbi del comportamento alimentare sia con persone affette da altre patologie, tra cui pazienti oncologici.
Soprattutto grazie al lavoro con questi ultimi, Elisa si accorge di una cosa importante: “In casa mia non si parlava mai di morte. Quindi diciamo che, se mio papà è venuto a mancare a livello concreto, mia mamma è venuta a mancare a livello figurato, perché purtroppo non aveva gli strumenti per gestire il dolore. Da questa riflessione personale e dal mio contatto quotidiano con alcuni pazienti ho capito che la morte è molto dolorosa per chi resta, perché richiede di dover prendere delle decisioni.”
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Secondo Elisa, un lavoro importante che si può fare prima che questo accada è cercare di esorcizzare la morte in qualche modo.
“Cercare quanto più possibile di renderla un momento in cui non si è soli.”
“Che in estrema sintesi è il motivo che mi ha portato alla scelta di fare biotestamento, perché da un lato mi dà un senso di tranquillità sapere che qualcuno ci sarà per me in quel momento – se mi succederà qualcosa, se avrò un incidente – ma allo stesso tempo quella persona sarà aiutata nel prendere tutta una serie di decisioni perché le avrò lasciate scritte.”
Non far gravare il peso di decisioni importanti su chi resta è spesso citata come una delle ragioni principali che porta alla scelta di redigere il testamento biologico e a rivolgersi alla consulenza di VIDAS.
“Sono entrata in contatto con VIDAS al liceo, perché la mia docente di italiano mi aveva messo in contatto con un operatore che praticava la pet therapy ai malati terminali. Era per la tesina di maturità, già lì si vedeva un po’ che tipo di lavoro avrei svolto” ride Elisa.
Dopo quel primo incontro, Elisa resta in contatto con il mondo VIDAS tramite la newsletter mensile e “quando ho visto che c’era la possibilità di fare biotestamento mi è sembrata un’opportunità eccezionale, perché non capita spesso di vedere una proposta simile. Ho chiesto informazioni e da lì è cominciato tutto.”
Elisa ha preso appuntamento con Maura e Sergio, per una consulenza online dove ha potuto rivolgergli tutte le domande che le venivano in mente – per quanto fosse già piuttosto preparata sull’argomento – e ha poi scritto le sue disposizioni anticipate di trattamento, che a breve depositerà presso l’ufficio anagrafe del suo Comune di residenza.
Ricordando il giorno in cui ha chiuso il suo biotestamento, Elisa dice di essersi sentita leggera.
“È più facile pensare alla morte quando si sta bene.”
“Il peso emotivo che sta dietro a questa scelta mi ha dato la lucidità per farla e per tutelarmi. Lavorando come nutrizionista esperta in disturbi del comportamento alimentare vedo spesso cosa significa non essere presenti a sé stessi, anche perché seguo spesso pazienti psichiatrici, che hanno un disturbo alimentare come co-morbità. Quindi l’unico pensiero che ho fatto è stato “ora posso pensarci lucidamente” ed ero felice di poterlo fare!”
A Elisa piace sdoganare idee assodate: “C’è sempre la convinzione che il pensiero legato alla morte sia triste. Ma tanto prima o poi capiterà a tutti, quindi tanto vale pensarci ora. Mi sono detta che sto bene, che ho le facoltà mentali per farlo e che facendolo avrei almeno un po’ esorcizzato il timore della morte. Morirò comunque ma almeno sarò tutelata,” dice con un bel sorriso.
A tutelare le scelte di Elisa saranno due carissimi amici, che ha scelto come fiduciari. “Saranno loro le persone che si occuperanno di me, abbiamo un’amicizia fortissima e non ho motivo di dubitare che saranno sempre al mio fianco. Mi piace l’dea che il fiduciario non debba essere per forza un fidanzato o una fidanzata e i miei amici sono la mia famiglia.”
“Ho raggiunto una vita bellissima, sono contenta del mio lavoro e spero di campare cent’anni!” continua Elisa, aggiungendo un’altra bella riflessione: “la mia vita va per arricchimento e quando ho saputo della possibilità di fare testamento biologico ho pensato che facendolo avrei migliorato la mia vita ancora di più.”
Elisa è aperta, solare e molto organizzata, non stupisce quindi che abbia voluto dotarsi “di uno strumento in più davanti alla morte”.
“Che, se uno ci pensa è paradossale, no? Cosa si può fare davanti alla morte? Niente, però prima che succeda qualcosa sì.”
Il servizio offerto dallo Sportello Biotestamento di VIDAS è gratuito e aperto al pubblico. La consulenza si svolge in modalità digitale o in presenza a seconda della preferenza degli utenti.
Per fissare un appuntamento si prega di scrivere a biotestamento@vidas.it o chiamare lo 02 725 111.