I rapporti intergenerazionali possono essere una grande risorsa sia per il sostegno pratico reciproco (basta guardare le spiagge in questi mesi estivi con nonni che inseguono scatenati nipotini ) sia per lo scambio relazionale. Allora perché non fare del bisogno un’opportunità? Questo il suggerimento che trovate in “Vecchi leoni e la loro irresistibile alleanza con i giovani” di Fulvio Scaparro, che di questi temi è maestro (vi ricordate la preghiera per la vecchiaia?). Un libro del 2004 che tratta un tema intramontabile e, mai come oggi, attuale.
«Chiamatemi vecchio». Così inizia il libro, che potrebbe chiudersi con queste parole: perché vecchio è memoria, relazione, sostegno e anche divertimento. «Vecchio, dunque, con rispetto parlando». Barone, 81 anni, profeta, ballista; Lucca, 92 anni, tracciatore di rotte oniriche; Memo, 72 anni, maestra di silenzio; Pedùla, 83 anni, docente di filosofia dell’erranza; e altri, sono i protagonisti che da una radio privata “immaginata” raccontano storie, proponendo nuove “alleanze” tra vecchi e giovani. Donne e uomini, il cui motto è “Morire da vivi”, parlano di emozioni, progetti di vita, di amore e anche di sesso. L’obiettivo? Eliminare etichette, opporsi «all’idea che la vita abbia un senso solo se si appartiene al novero dei produttivi». Nel suo libro, Scaparro raccoglie racconti reali e immaginati, ma anche dati e informazioni sulla condizione dei vecchi in Italia, sul volontariato, sul senso del lavoro, sui tempi della vita.
Un testo che si legge con la stessa piacevolezza di un romanzo ma che fa riflettere, aprendo una finestra su un mondo di persone alle quali «piace raccontare e ascoltare racconti, gettare ponti fra passato, presente e futuro. Del resto, come dice Sindbad il marinaio: “Mi volete dire a che cosa servirebbe aver vissuto tanto, se poi nessuno ci ascolta?”».
Buona lettura.